I Problemi della Pedagogia

Primo semestre 2022
Sommario

Giuseppe Annacontini

Il contributo intende presentare alcuni passaggi teorici utili a definire il campo della ‘Pedagogia dell’emergenza’ come specifica area di ricerca e intervento segnata dalla presenza di determinate caratteristiche sufficienti per distinguerla dal più ampio e articolato campo della ‘Pedagogia generale e sociale’. In tale direzione, si è inteso recuperare e contestualizzare, tra gli altri, i principi generali della ‘critica’, della ‘crisi’ e della ‘militanza’ riorientandoli in relazione a categorie ritenute fondanti per una ‘Pedagogia dell’emergenza’, quali, tra le altre, la ‘catastrofe’, ‘l’eccezione’, lo ‘stordimento’. Si è trattato, dunque, di descrivere quanto per l’emergenza può essere inteso come metodologicamente ‘trascendentale’, in modo che, su tali caratteristiche, possa prender corpo una teoria-prassi pedagogica che intervenga in qualità di pensiero progettante per la rimozione di quanto, nell’emergenza, possa essere di ostacolo per i processi di disalienazione; intervenendo sulle capacità critiche-interpretative; calibrando i comportamenti e i dispositivi in relazione a principi inclusivi; promuovendo la possibilità di generare nuovi simboli e significati sociali, funzionamenti e, così, aspirazioni e capacitazioni.

The paper aims to present theoretical passages useful to define the field of ‘Emergency Pedagogy’ as a specific area of research and intervention marked by the presence of some basic features useful to distinguish it from the field of ‘General and Social Pedagogy’. In this direction, it was intended to recover and contextualize, among others, the general principles of ‘criticism’, ‘crisis’ and ‘militancy’ by reorienting them in relation to categories considered fundamental for an ‘Emergency Pedagogy’, such as, among others, the ‘catastrophe’, the ‘exception’, the ‘stunning’. We describe what for the emergency can be considered as methodologically ‘transcendental’, so that, on these features, pedagogical theory-praxis can take shape that intervenes as a planning thought for the removal of what, in an emergency, it can be an obstacle to the processes of disalienation; for the activation of critical-interpretative skills; for the behaviors and devices calibration in relation to inclusive principles; for the promoting of the possibility of generating new symbols and social meanings, functionings and, therefore, aspirations and capabilities.

Alessandro Barca

Le favole e le fiabe tradizionali riescono a collocarsi nel complesso contesto postmoderno, caratterizzato dall’iperconnessione e da una complessa pluralità di fattori storico-sociali? I testi digitali, con il loro carattere ludico e multisensoriale, possono maggiormente avvicinare i bambini e le bambine alla lettura? Il digitale può divenire il volàno del cambiamento per la scuola, l’università e l’intera società? Attraverso un virtuale viaggio tra le righe del libro Fiabe 2.0. Una ricerca sulle ‘best practices’ nella costruzione di nuovi percorsi di scrittura ai tempi del Covid/19, gli autori si sono interrogati sulla possibilità di individuare nuove metodologie e strategie che sapessero coniugare la tradizione all’innovazione, dimostrando, anche attraverso la ricerca prodotta, che l’utilizzo dei dispositivi possono valorizzare e promuovere la lettura attraverso l’integrazione del libro cartaceo con quello in formato digitale.

Can traditional fairy tales and fables fit into the complex post-modern context, characterised by hyper-connectedness and a complex plurality of socio-historical factors? Can digital texts, with their playful and multisensory character, bring children closer to reading? Can the digital become the driver of change for schools, universities and society as a whole? Through a virtual journey between the lines of the book Fairy Tales 2.0. Una ricerca sulle ‘best practices’ nella costruzione di nuovi percorsi di scrittura ai tempi del Covid/19, the authors questioned themselves on the possibility of identifying new methodologies and strategies that could combine tradition with innovation, demonstrating, also through the research produced, that the use of devices can enhance and promote reading through the integration of paper books with those in digital format.

Vincenzo Bonazza, Giovanni Chiappetta

Allo scopo di fornire suggerimenti utili a decisori politici e scuole, l’articolo presenta una ricerca empirica sulla diffusione della didattica per competenze. L’indagine, basata su interviste semi-strutturate a oltre 200 insegnanti della regione Campania, analizza i punti di forza e di debolezza che, secondo gli insegnanti, contraddistinguono l’implementazione della didattica per competenze nelle loro scuole.

In order to provide useful insights for policy makers and schools, the paper reports empirical research on the widespread use of competency-based teaching. The study, based on semi-structured interviews conducted with over 200 teachers in the Campania region, analyzes the strengths and weaknesses that, according to teachers, mark the implementation of competency-based teaching in their schools.

Giambattista Bufalino, Gabriella D’Aprile, Raffaella C. Strongoli

La pedagogia contemporanea ha elaborato una concezione teorico-prassica del tempo non riconducibile al paradigma logico-razionale della temporalità deterministica, di natura cronologico-lineare. Il tempo dell’educare e dell’apprendere è estraneo all’universalità convenzionale di un tempo quantitativo e misurabile. Il tempo dell’accadere formativo, soggettivo e qualitativo, segue il ‘ritmo’ dell’esperienza evolutiva del soggetto e deve essere legato alla progettazione di spazi e ambienti di apprendimento che valorizzino le peculiarità individuali. In tale ottica, il contributo intende valorizzare la dimensione formativa del tempo lento in ambienti educativi all’aperto.

Today’s pedagogy has developed a theoretical and practical understanding of time that is incongruent with the logical-rational paradigm of deterministic temporality. The time spent educating and learning is incompatible with the traditional universality of quantifiable and measurable time. The ‘kairological’ rhythm of the subject’s evolutionary experience governs the subjective and qualitative time of education. This time emphasizes individual differences and necessitates the creation of appropriate learning spaces and environments. In this sense, the contribution aims to improve the formative dimension of slow time in education and learning in outdoor enviroments.

Robert Cowen

La letteratura scientifica dell’educazione comparata, e di altre cose che sono chiamate con il suo nome, continua a elettrizzare e irritare in egual misura. L’idea di vivere un mondo ‘post’ è stimolante – perché, se viviamo in un mondo ‘post’, abbiamo, in modo assiomatico, un’identità speciale: post-guerra, post-socialismo, post-moderno, post-strutturalismo o post-COVID. In contrappunto, se le iniziative internazionali di testing, come PISA, sono educazione comparata, questo ambito di studio non ha compreso nulla riguardo a sé stesso dalle sue pubblicazioni successive al 1945 e, in particolare, ha imparato poco da parte della sua tradizione europea circa cosa l’educazione è e cosa può diventare. Queste tensioni possono essere espresse in maniera più formale. L’argomento formale di questo articolo è che l’educazione comparata come ambito di studio richiede, oggi, di riesaminare le sue categorie di pensiero, inclusa la sua dipendenza dalla parola ‘scienza’ e dai molti prestiti dalle scienze sociali. È necessario ri-valutare come è attualmente etichettato il mondo o – per usare un differente vocabolario che affila i concetti – come si procede nel ‘leggere il globale’.

The literature of comparative education, and some of the things which are said in its name, continue to excite and to irritate in about equal measure. The idea that we live in a ‘post’ world is stimulating – because if we live in a ‘post’ world we have, axiomatically, a special identity: we are post-war, or post-socialist, post-modern, or post-structuralist, or post-COVID. Or maybe, dizzyingly and wondrously, we are all of those things at once? In counter-point, if the international testing service, PISA, is comparative education, then the field of study has understood nothing about itself from its own post-1945 writings and, especially, has learned little from parts of its European tradition about what comparative education is and could become. These tensions can be expressed more formally. The formal argument of this article is that comparative education as a field of study now needs to re-examine its categories of thought, including its addiction to the word ‘science’ and to many of its borrowings from the social sciences. It needs to re-assess how it is currently labelling the world or – to use a different vocabulary which sharpens the concept – how it is ‘reading the global’.

Maria Francesca D’Amante

In questo saggio si compie una lettura dell’attuale realtà socio-educativa, adottando come clavis aurea la prospettiva paideutica del cum-munus osservata dalla particolare angolazione che il pensiero del fuori di Jean-Luc Nancy ci offre. Unendo due direttrici portanti della sua filosofia – la comunità inoperosa e l’essere singolare plurale – ci si propone di volgere lo sguardo verso i problemi educativi che, prima con la pandemia e oggi con il conflitto in Ucraina, si sono manifestati sotto una luce rivelatrice. In particolare, il paradigma del confine emerge come chiave di volta dell’intera questione delle relazioni, a nostro giudizio dipendenti proprio da qualcosa che insieme congiunge e divide, perché in-dividua ma allo stesso tempo lega. L’ontologia comunitaria di Nancy ci sembra proporre una visione fondata sul fuori dove il con-fine segna la possibilità di ripensare l’in-comune come dimensione fondativa del linguaggio, della libertà e della comunità, perché ogni apertura avviene nella dimensione del tra. In questa prospettiva, la paura, la crisi e la distanza sociale acquistano un nuovo orizzonte di senso e vengono interpretati alla luce di un pensiero che es-pone a una diversa comunanza.

In this essay we make a reading of the current social-educational reality, interpreting it through the paideutic perspective of cum-munus observed from the particular angle that Jean-Luc Nancy’s thought of the outside offers us. Combining two main lines of his philosophy – the inoperative community and being singular plural – the aim is to look at the educational problems that, first with the pandemic and now with the conflict in Ukraine, have manifested themselves in a revealing light.In particular, the paradigm of the border emerges as the keystone of the whole question of relationships, which in our view depend precisely on something that both joins and divides, because it identifies but at the same time binds. Nancy’s communitarian ontology seems us to propose a vision based on the outside where the border marks the possibility of rethinking the in-common as a founding dimension of language, freedom and community, because every opening takes place in the dimension of between. In this perspective, fear, crisis and social distance acquire a new horizon of meaning and are interpreted in the light of a thought that exposes us to a different commonality.

Mario Gennari

L’articolo intende sondare l’idea di Bildung, le cui semantiche complessive si dispongono entro il duplice asse storico-geografico che rinvia ai Paesi di lingua tedesca nella Mitteleuropa dal Basso Medioevo sino a oggi. L’intreccio di prospettive filologiche e etimologiche, filosofiche e teologiche riconduce il discorso alla sua centratura pedagogica, poiché guardando alla storia della formazione dell’uomo è dato rintracciare l›identità originaria della Bildung. Nel ricostruire i passaggi che dalla Bildung divina di Meister Eckhart conducono alla Bildung umana, sigillo del Neoumanesimo tedesco nell’Età di Goethe, il contributo indaga le origini e le forme della mentalità borghese, responsabile della scissione che contrassegna tanto lo spirito di un’epoca – la modernità – quanto l’uomo nella sua essenza. La crisi della neuhumanistische Bildung produce l’emergere di una bürgerliche Bildung non più radicata nella cifra interiore, intima, profonda e armonica dell’essere umano, ma ridotta nei termini di una formazione culturale e professionale quale segno di affermazione sociale.

The article aims to examinate the idea of Bildung, whose semantics are arranged within the double historical and geographical axis that refers to German area from the Late Middle Ages. The connection of philological and etymological, philosophical and theological perspectives conducts the reflection to pedagogical discourse. This is because looking at the history of man’s self-formation it is possible to recognize the original identity of Bildung. Researching the passages that from Meister Eckhart’s divine Bildung come to human Bildung, the distinctive character of German Neuhumanismus in the Age of Goethe, the contribution investigates the origins and forms of bourgeois mentality. This last one is responsible for the laceration that marks both the spirit of modernity and the human being in its essence. The crisis of the neuhumanistische Bildung generates the manifestation of a bürgerliche Bildung no longer settled in the inner, intimate, profound and harmonious essence of human being, but reduced it to a cultural and professional formation, understood as a sign of social affirmation.

Michel Ostenc

All’indomani della Prima guerra mondiale, la scuola italiana era in crisi per la persistenza dell’analfabetismo e a fronte di un’istruzione secondaria sovraffollata che moltiplicava i diplomati che non avevano possibilità di trovare un impiego in un mercato del lavoro saturato. I cattolici proponevano la libertà dell’insegnamento, mentre i democratici e i socialisti temevano che questa ‘libertà’ potesse minare la laicità della scuola di Stato. Il Ministro dell’Istruzione pubblica nel quinto governo di Giolitti, Benedetto Croce, voleva instaurare un esame di Stato aperto sia ai privatisti sia agli alunni della scuola pubblica, scontrandosi coi paladini del monopolio dello Stato. L’incapacità dello Stato liberale a risolvere il problema aprì la via alla soluzione radicale di Giovanni Gentile nel quadro di un governo fascista.

After the First world war, the Italian school was in crisis. The illiterates were a quarter of population, and the secondaries schools multiplies graduates without employment opportunities in the saturated labour market. Catholics suggest freedom in teaching, but Democrats and Socialists were afraid regarding this option, especially because the risk to undermine laicity of the public school. Benedetto Croce, Minister of Public Education in the fifth Giolitti’s government, suggests the possibility of a state examination for students enrolled in private schools, clashing with the defenders of State monopoly. Italian Liberal State was incapable to solve this problem and its failure opened to the Giovanni Gentile’s radical solution in the framework of fascism regime.

Anselmo R. Paolone

Il regista e sceneggiatore Filippo Paolone (1917-1993), attraverso una costante attività di ricerca parallela e sinergica a quella di cineasta, mise a punto una teoria estetica e didattica del documentario per la formazione, che applicò in oltre duecento film e altrettante trasmissioni televisive. Tale teoria, formulata in una serie di volumi ed articoli scientifici, trovò la sua compiuta applicazione nelle ‘grammatiche del lavoro’, il caratteristico formato di documentari ideato dallo stesso Paolone nel quale, attraverso la serializzazione, i contenuti miranti a uno specifico progetto formativo (ad es. l’insegnamento di un particolare mestiere) venivano proposti ai discenti attraverso una didattica ottimizzata per il medium audiovisivo.

The director and screenwriter Filippo Paolone (1917-1993), through constant research activity parallel and synergic with his work as a filmmaker, developed an aesthetic and didactic theory of the educational documentary film, which he applied in over two hundred films and as many television programmes. This theory, formulated in a series of books and scientific articles, found its full application in the ‘Work grammars’, the characteristic format of documentaries devised by Paolone himself in which, through serialisation, contents aimed at a specific training project (e.g. the teaching of a particular trade) were proposed to learners through a didactic which was optimised for the audiovisual medium.

Francesca Salis, Viviana Fabbri

Il contributo analizza l’organizzazione dei ‘Percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità’, realizzati attraverso la formazione universitaria con una didattica qualitativamente elevata e complessa. La ricerca vuole contribuire ad una definizione di contenuti core comuni a livello nazionale, indagando le competenze individuate dai decreti ministeriali e l’esperienza formativa degli specializzandi, per indicare possibili adeguamenti nei percorsi formativi, con particolare riferimento ai legami tra teoria e prassi e alla riflessività come aspetto centrale della professione docente.

The paper examines ‘teacher training courses for special educational needs’, provided by university with high level and complex teaching approaches. The research aims at defining common core contents at national level, examining skills identified by ministerial decrees and the training experiences of postgraduates, to indicate possible adjustments in training courses, with particular reference to the links between theory and practice and reflexivity such as central aspect of the teaching profession.

Francesco C. Ugolini

L’articolo analizza la recente normativa sulla formazione insegnati nella programmazione informatica ed evidenzia il carattere educativo sotteso alle attività di coding e di sviluppo del pensiero computazionale, evidenziando il ruolo della dimensione pedagogica accanto a quella tecnologica. L’articolo propone inoltre alcune indicazioni didattiche per migliorare l’efficacia della formazione docenti.

The paper analyzes current legislation on teacher training in computer programming. The author highlights the educational component of coding and computational thinking development activities, highlighting the role of the pedagogical dimension alongside the technological one. The article also proposes some teaching suggestions to enhance the effectiveness of teacher training.

Paolo Franzò

Sono passati oltre 150 anni da quando Antonio Labriola era impegnato nella costruzione delle istituzioni scolastiche dell’Italia unita e nella elaborazione di una solida cultura per il nascente Partito Socialista. In questi 150 anni sono avvenute trasformazioni veloci e radicali. Ripercorriamo le raccolte degli scritti pedagogici di Labriola dal 1961 fino all’ultima raccolta del 2020, Scritti di pedagogia e di politica scolastica, per l’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Labriola, e, con gli occhi della cultura che stiamo vivendo, una cultura visuale, mostriamo i contributi originali contenuti nei suoi scritti relativamente all’educazione alle immagini e alla costruzione dell’immaginario.

More than 150 years have passed since Antonio Labriola was engaged in the enstablishment of the educational institutions of united Italy and in processing of a solid culture for the nascent Socialist Party. In these 150 years, rapid and radical transformations have taken place. We retrace the collections of the pedagogical writings of Labriola from 1961 to the last collection of 2020. Essay of pedagogy and school policy, for the National Edition of the Works of Antonio Labriola, and, with the eyes of the culture we are experiencing, a culture visually, we show the original contributions included in his writings regarding education in images and the construction of the imaginary.

Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ANNACONTINI, A. BARCA, V. BONAZZA, G. BUFALINO, G. CHIAPPETTA, R. COWEN, M.F. D’AMANTE, G. D’APRILE, G. DE ROCCO, V. FABBRI, P. FRANZÒ, M. GENNARI, M. OSTENC, A.R. PAOLONE, F. SALIS, N. SICILIANI DE CUMIS, R.C. STRONGOLI, F.C. UGOLINI