
I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2025
Sommario
Monica Amadini
Gli spazi dei servizi 0-3 e delle scuole dell’infanzia vengono quotidianamente abitati da bambini, che entrano portando con sé i propri bisogni educativi e le proprie esperienze. Insieme ai più piccoli, ci sono però anche gli adulti, i quali portano con sé vissuti, peculiari sensibilità e specifiche competenze. La dimensione comunitaria dei contesti educativi si accresce accogliendo tutti questi soggetti, riconoscendoli e valorizzandoli. Ogni singolo servizio che compone il sistema integrato 0-6 è parte fondamentale di un tessuto sociale e culturale più ampio. In tal senso, sempre più è necessario intendere i servizi 0-6 come luoghi di intrecci, capaci di far sperimentare incroci relazionali non solo ai bambini bensì anche ai loro familiari.
The spaces of 0-3 services and preschools are inhabited daily by children, who enter bringing with them their own educational needs and experiences. Along with the little ones, however, there are also adults, who bring with them experiences, peculiar sensitivities and specific skills. The community dimension of educational contexts is enhanced by welcoming all these individuals, recognizing and valuing them. Each individual service that makes up the integrated 0-6 system is a fundamental part of a broader social and cultural fabric. In this sense, it is increasingly necessary to understand 0-6 services as places of intertwining, capable of letting children experience relational intersections not only with children but also with their families.
Francesca Antonacci, Piera Braga, Maria Benedetta Gambacorti-Passerini, Giulia Schiavone
L’articolo presenta l’esperienza di un’équipe pedagogica attiva dal 2018 sui temi della continuità e del sistema integrato zero-sei a supporto del Comune di Cinisello e dal 2024 del relativo ambito territoriale (Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino). Delinea le azioni che sono state svolte, la metodologia di ricerca-azione adottata e lo stile pedagogico utilizzati per sostenere la progettualità del tavolo zero-zei e della governance. Inoltre, descrive la progettualità messa in campo per le prossime annualità a partire da una progettualità congiunta e negoziata. A partire dai documenti normativi nazionali e internazionali, le azioni, le metodologie e lo stile prendono corpo nel più ampio progetto di costituire un sistema capace di dare continuità, organicità e coerenza non solo al percorso formativo di ogni bambina e bambino, ma anche supporto al percorso di ogni famiglia che entra in contatto con i servizi, e ultimo, ma non meno importante, al percorso professionale del personale educativo e di tutte le figure che lavorano nei servizi concorrendo alla loro qualità.
The article presents the experience of an educational team that has been working since 2018 on issues of continuity and the integrated zero-six system in support of the Municipality of Cinisello and, from 2024, of the surrounding area (Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino). It outlines the actions that have been carried out, the research-action methodology adopted, and the educational style used to support the planning of the zero-six governance. It also describes the plans for the coming years, starting from a joint and negotiated project. Based on national and international legislative documents, the actions, methodologies, and style take shape in the broader project of establishing a system capable of providing continuity, coherence, and consistency not only to the educational path of each child, but also of supporting the path of each family that benefits from the services and, last but not least, the professional path of the educational staff and all those who work in the services, contributing to their quality.
Lucia Balduzzi, Emanuela Pettinari
Il presente contributo intende analizzare lo sviluppo possibile del ruolo dei Centri Bambini e Famiglie all’interno del sistema integrato 0-6, a partire dalle conclusioni di un progetto di ricerca realizzato in collaborazione con il Comune di Modena di natura biennale (2022/2024), che ha coinvolto tutto il personale educativo dei Centri Bambini e Famiglie (da ora in avanti CBF) ed i loro coordinamenti pedagogici. Nel giugno 2022 il Comune di Modena ha infatti richiesto la collaborazione del Gruppo di Ricerca ‘Politiche educative per l’infanzia’ del CREIF dell’Università di Bologna, per ripensare i Centri per Bambini e Famiglie (CBF) a gestione comunale. La municipalità gestisce direttamente 4 CBF, servizi inizialmente 0-3 anni (che nel tempo hanno ampliato la loro proposta alla fascia 3-5 anni) i quali prevedono la presenza contemporanea del bambino, di un adulto di riferimento e di un educatore. Per la loro flessibilità e capacità di accoglienza, sono indicati dalla normativa relativa al Sistema Integrato come servizi in grado di rispondere alle esigenze di supporto delle famiglie e di creazione di una rete sociale solidale. La ricerca-formazione condotta nei CBF di Modena ha messo in luce gli aspetti di attualità di questi servizi che, a circa quaranta anni dalla loro nascita, rappresentano ancora importanti opportunità di valore sociale, oltre che educativo.
This paper aims to examine the potential development of the role of Centers for Children and Families (CCFS) within the integrated 0–6 education system, based on the outcomes of a two-year research project (2022–2024) conducted in collaboration with the Municipality of Modena. The project involved all educational staff working in the Centers, as well as their pedagogical coordinators. In June 2022, the Municipality of Modena commissioned the Research Group ‘Educational Policies for Early Childhood’ of the CREIF at the University of Bologna to reconceptualize the municipally managed Centers for Children and Families. The municipality directly manages four CCFs, originally designed for children aged 0–3, which have progressively extended their services to the 3–5 age group. These centers are characterized by the simultaneous presence of the child, a reference adult, and an educator. Thanks to their flexibility and welcoming nature, CCFs are identified by national legislation on the Integrated System as services capable of supporting families and fostering the creation of a supportive social network. The action-research carried out in Modena’s CCFs has highlighted the continued relevance of these services, which – nearly forty years after their establishment – still represent significant opportunities for both social and educational value.
Elisabetta Biffi
All’interno della cornice offerta dalle principali strategie internazionali volte a promuovere e tutelare bambine e bambini, ragazze e ragazzi, il presente articolo propone una riflessione sul contemporaneo processo di costruzione culturale dell’infanzia. Dopo aver riportato l’attenzione ai significati che vengono attribuiti al termine infanzia, e ai processi di categorizzazione che vi sono sottesi, si andrà evidenziando il ruolo svolto dai servizi educativi nel promuovere una cultura dell’infanzia che sappia integrare le strategie di protezione con azioni di riconoscimento e promozione del ruolo attivo delle bambine e dei bambini nelle nostre società.
Within the framework offered by the main international strategies aimed at promoting and protecting children, this article proposes a reflection on the contemporary process of the cultural construction of childhood. After focusing attention on the meanings attributed in the contemporary scenario to the term childhood, and the processes of categorisation that underlie it, the role played by educational services will be highlighted, in promoting a culture of childhood that knows how to integrate protection strategies with actions to recognise and promote the active role of children in our societies.
Andrea Bobbio
L’articolo mette in luce le principali tematiche connesse all’implementazione delle norme nell’ambito della legge 107 finalizzate a realizzare il Sistema integrato 0-6. Attraverso la ricostruzione della storia della scuola dell’infanzia e dell’asilo nido il saggio mira ad evidenziare le linee di continuità e di discontinuità che hanno segnato lo sviluppo di tali istituzioni individuando i criteri fondamentali per assicurare la coerenza tra i due sistemi in termini di professionalità pedagogica, progettualità curricolare e dispositivi operativi.
The article sheds light on the main issues related to the implementation of the regulations under Law 107 aimed at creating the Integrated 0-6 System in Italy. Through the reconstruction of the history of infant school and kindergartens, the essay aims to highlight the lines of continuity and discontinuity that have marked the development of these institutions, identifying the fundamental criteria for ensuring coherence between the two systems in terms of pedagogical professionalism, curricular planning and operational devices.
Claudia Cirella
Nel processo di Wissenstransfer tra l’Italia e la Germania, favorito nell’Ottocento dal Ministero della Pubblica Istruzione per migliorare la formazione scientifica dei laureati italiani, il perfezionamento di Luigi Credaro presso l’Universität Leipzig (1887-1888) è un unicum per il suo percorso filosofico, pedagogico e politico. Lo spoglio delle riviste in cui scrive del suo soggiorno tedesco e l’analisi storiografica delle corrispondenze che intrattiene in questi anni con il suo maestro Carlo Cantoni consentono di delineare il suo peculiare ruolo di kultureller Vermittler, ossia di mediatore culturale.
In the process of Wissenstransfer between Italy and Germany, promoted in the 19th century by the Italian Ministry of Public Education to enhance the scientific training of Italian graduates, Luigi Credaro’s period of advanced study at Universität Leipzig (1887–1888) represents a unicum due to his philosophical, pedagogical and political journey. The examination of the journals where he wrote about his time in Germany and the historiographical analysis of the correspondence he maintained during these years with his teacher Carlo Cantoni allow us to outline his distinctive role as a kultureller Vermittler, or cultural mediator.
Monica Ferrari
Nel saggio si ricostruiscono alcune tappe cruciali che dal punto di vista programmatico e normativo hanno definito il profilo della scuola dell’infanzia ladina in provincia di Bolzano, con riferimento alla Val Gardena e alla Val Badia, nel più vasto contesto di una scuola plurilingue che ha costruito dal 1948 a oggi una specifica metodologia didattica, corredata da libri e da strumenti ad hoc. L’analisi delle disposizioni normative e dei documenti programmatici si completa con l’accenno ad alcuni dei risultati di una ricerca che è stata recentemente condotta nella scuola dell’infanzia e primaria della Val Gardena e della Val Badia ove emerge la sistematica attuazione di un progetto pedagogico inclusivo e il profilo di una scuola plurale, aperta a tutte le culture.
The essay reconstructs, from a programmatic and regulatory point of view, some crucial steps that have defined the profile of the Ladin preschools in the province of Bolzano. Reference has been made to the Gardena and Badia Valleys, in the broader context of a plurilingual school that has been capable, from 1948 to the present day, of building a specific didactic methodology, accompanied by books and tools ad hoc. The analysis of the regulatory provisions and the guidelines has been carried out by making reference to some of the results of a research recently conducted in the preschools and primary schools of the Gardena and Badia Valleys. In these schools, the systematic implementation of an inclusive pedagogical project and the profile of a plural educational institution open to all cultures emerge.
Valeria Friso, Sara Marchesani
Il contributo approfondisce i temi dell’accessibilità e dell’inclusività dei servizi educativi zero-sei, con particolare riferimento alla presenza di bambini con disabilità visive. Dopo aver descritto le modalità attraverso cui questi bambini fanno esperienza del mondo e le barriere – fisiche, relazionali e culturali – che possono incontrare nei servizi educativi, si riflette sulle strategie utili a progettare contesti accoglienti e motivanti, capaci di valorizzare le differenze individuali e promuovere eque opportunità di partecipazione. Si sottolinea la necessità di ideare esperienze di apprendimento innovative e multisensoriali, riconoscendo nei principi dell’Universal Design for Learning (UDL) una cornice teorica e operativa in grado di trasformare risposte ‘specialistiche’ in pratiche educative ‘ordinarie’, rispettose dei molteplici modi in cui i bambini esplorano, conoscono e interpretano il mondo. Infine, si pone l’attenzione sull’importanza della formazione dei futuri insegnanti, volta a promuovere riflessività e consapevolezza sul valore dell’accessibilità, nonché sulla necessità di ripensare le pratiche educative e didattiche in un’ottica plurale e autenticamente partecipativa.
This contribution delves into the themes of accessibility and inclusivity within early childhood education services (zero to six years), with particular reference to children with visual impairments. After describing the ways in which these children experience the world and the physical, relational, and cultural barriers they may encounter in educational settings, the discussion reflects on strategies for designing welcoming and motivating environments that value individual differences and promote equitable opportunities for participation. Emphasis is placed on the need to conceive innovative and multisensory learning experiences, recognizing the principles of Universal Design for Learning (UDL) as a theoretical and practical framework capable of transforming ‘specialized’ responses into ‘ordinary’ educational practices, respectful of the diverse ways children explore, understand, and interpret the world. Finally, attention is drawn to the importance of training future educators to foster reflexivity and awareness regarding the value of accessibility, as well as the need to rethink educational and didactic practices through a pluralistic and genuinely participatory lens.
Monica Guerra, Elena Luciano
A partire dall’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai sei anni (L. 107/2015; d.lgs 65/2017), appare sempre più non solo giustificato, ma anche auspicabile, parlare di professionalità educative zerosei, al fine di poter dare realmente forma e diffusione ad un sistema di servizi e di scuole coerente, che raccolga le suggestioni sia della legge che delle Linee pedagogiche per il sistema integrato ‘zerosei’ del 2021. Tuttavia, molte questioni – tra cui quelle legate alla formazione iniziale e continua, al coordinamento pedagogico, al coordinamento pedagogico territoriale, alle condizioni di lavoro, alle scelte professionali e al riconoscimento sociale, economico e culturale della professione – continuano ad ostacolare in premessa il possibile compimento di questa progettualità, che in molti territori del nostro Paese è già in essere da tempo, mentre in altri avrebbe bisogno di risposte puntuali per potersi realizzare. Attraverso una disamina critica della normativa, dei documenti di indirizzo e delle prassi educative e accademiche in materia di professionalità zerosei, il contributo intende problematizzare tali questioni, che oggi sembrano generare elementi di criticità nella direzione della realizzazione di una professionalità 0-6 reale e riconoscibile, con l’intento non di proporre soluzioni, bensì di favorire la focalizzazione di alcuni nodi e quindi una sempre più articolata discussione in merito.
Since the establishment of the ECEC system (Law 107/2015; Legislative Decree 65/2017), it seems increasingly not only justified but also desirable to talk about zero-six educational professionalism, in order to give real shape and scope to a coherent system of services and schools that incorporates the suggestions of both the law and the Linee pedagogiche per il sistema integrato ‘zerosei’ of 2021. However, many issues – including those related to initial and continuing training, pedagogical coordination, territorial pedagogical coordination, working conditions, professional choices and the social, economic and cultural recognition of the profession – continue to hinder the possible implementation of this project, which has already been in place for some time in many areas of our country, while in others it would require specific answers in order to be realised. Through a critical examination of legislation, policy documents and educational and academic practices in the field of zero-six professionalism, the contribution aims to problematise these issues, that currently seem to generate critical elements in the direction of achieving real and recognisable professionalism for 0-6 year olds, with the aim not of proposing solutions, but of encouraging focus on certain key issues and thus an increasingly structured discussion on the matter.
Viviana La Rosa
Accogliendo l’irriducibilità dello scarto epistemologico tra sguardo adulto e sguardo bambino, il saggio intende esplorare le possibilità per promuovere una nuova cultura dell’infanzia nel contesto del sistema integrato di educazione e istruzione 0–6. Sebbene l’infanzia sia presentata quale ‘enigma luminoso’, un territorio che può essere solo parzialmente avvicinato, mai interamente esplorato, si intende però valorizzare l’incommensurabilità delle due stagioni di vita non come vincolo alla conoscenza, ma come possibilità euristica. In questa prospettiva di ricerca, la letteratura per l’infanzia – nelle sue dimensioni narrative, iconografiche e stilistiche – è chiamata a costituire un dispositivo pedagogico privilegiato per ‘lambire’ il mondo infantile, ovvero per sostare in prossimità del suouniverso senza pretesa di colonizzarlo. Storie e personaggi immaginari costituiscono così idealmente luoghi e soggetti capaci di generare occasioni di incontro simbolico e di dialogo sensibile tra exfanzia e infanzia, tra l’adulto che ricorda e il bambino che immagina, prospettiva formativa ancora più desiderabile nel contesto del sistema integrato 0-6.
Embracing the irreducibility of the epistemological gap between adult and child gaze, the essay intends to explore the possibilities for promoting a new culture of childhood in the context of the integrated education and training system 0-6. Although childhood is presented as a ‘luminous enigma’, a territory that can only be partially approached, never fully explored, the intention is to valorise the incommensurability of the two seasons of life not as a constraint to knowledge, but as a heuristic possibility. In this research perspective, children’s literature – in its narrative, iconographic and stylistic dimensions – is called upon to constitute a privileged pedagogical device for ‘lapping’ the world of childhood, that is, for pausing in the vicinity of its universe without claiming to colonise it. Imaginary stories and characters thus ideally constitute places and subjects capable of generating opportunities for symbolic encounters and sensitive dialogue between ex- childhood and childhood, between the adult who remembers and the child who imagines, a formative perspective that is even more desirable in the context of the integrated 0-6 system.
Andrea Lupi
Il contributo propone una riflessione sul coordinamento pedagogico nei servizi educativi per l’infanzia, interpretato come forma di leadership mediale. Attraverso un’analisi teorica e comparativa, si mette in luce come questa leadership intermedia operi tra livelli gerarchici, gruppi di lavoro educativi, famiglie, territorio e istanze politiche, configurandosi come un elemento chiave nella promozione della qualità nei servizi 0–6. La natura mediale del coordinamento si articola in quattro dimensioni: mediazione interna tra i collettivi educativi; mediazione esterna con le famiglie e il territorio; mediazione temporale fra tradizione pedagogica e innovazione evidence-based; mediazione istituzionale tra politiche e pratiche. Il testo analizza modelli internazionali, il contesto italiano e le sfide che il coordinamento affronta all’interno di un sistema integrato volto a garantire qualità educativa. Si sottolinea, inoltre, la valenza politica del ruolo del coordinatore nella lotta alla povertà educativa. In conclusione, si propongono direzioni di ricerca future, con particolare attenzione alle configurazioni organizzative che condizionano l’efficacia e il riconoscimento di questa figura, ad oggi ancora poco esplorate.
This paper offers a reflection on pedagogical coordination in early childhood education and care (ECEC) services, interpreted as a form of medial leadership. Through theoretical and comparative analysis, it highlights how this intermediate leadership operates across hierarchical levels, educational workgroups, families, the local community, and policy frameworks, emerging as a key element in promoting quality in 0–6 services. The medial nature of coordination is articulated in four dimensions: internal mediation among educational collectives; external mediation with families and the territory; temporal mediation between pedagogical tradition and evidence-based innovation; and institutional mediation between policy and practice. The article examines international models, the Italian context, and the challenges faced by pedagogical coordination within an integrated system aimed at ensuring educational quality. Furthermore, it emphasizes the political significance of the coordinator’s role in combating educational poverty. Finally, it outlines future research directions, focusing on the organizational configurations that shape this role’s effectiveness and recognition—still rarely explored in the literature.
Chiara Martinelli
Una società democratica è compatibile con l’accelerazione tecnologica? Il saggio cerca di affrontare la questione e di fornire qualche spunto per una sua soluzione, in un contesto che, negli ultimi mesi, ha riproposto la problematica con rinnovata urgenza. Il primo paragrafo è dedicato a una breve analisi delle modalità con cui negli anni tra le due guerre è stato affrontato il rapporto tra educazione e tecnologia. Successivamente, il saggio rivisita il concetto di ‘cura’ in Heidegger e cerca di connetterlo a nuove modalità di ripensare l’educazione scientifica negli istituti tecnici e professionali.
Is a democratic society compatible with technological acceleration? The issue constitutes the topic this paper is dealing with. Some insights for its resolution are provided, as the ongoing historical context has marked the necessity of handling the topic with renewed urgency. First paragraph analysed briefly how the relationship between education and technology was dealt with between WWI and WWII. Then, the essay proposes a revised concept of Heidegger’s ‘care’ and it tries to connect such a formulation to new ways of teaching scientific subjects in technical and vocational institutes.
Elena Mignosi
Nell’articolo viene condotta una riflessione sulla specificità della professionalità di chi lavora in contesti educativi per la prima infanzia, considerando la continuità zero-sei anni in Italia e facendo riferimento anche ai recenti documenti ministeriali e alle indicazioni in essi contenute. Alla luce delle conoscenze ambito psicoanalitico, neuroscientifico e della infant research, nel testo si prova a dare una risposta alle seguenti domande: in cosa consiste una pedagogia della prima infanzia e come si collega ad un’idea di bambino? Cosa caratterizza la qualità delle proposte educative e delle modalità comunicative e relazionali necessarie in una età fondamentale per il resto della vita? Sulla base delle argomentazioni svolte, viene quindi approfondita la questione della formazione di educatrici e insegnanti, individuando ambiti e metodologie perseguibili, ma problematizzando anche l’attuale discontinuità tra il nido e la scuola dell’infanzia nella formazione iniziale in Italia e proponendo soluzioni possibili.
The article conducts a reflection on the professionalism specificity of those who work in educational contexts for early childhood, considering the zero-six year continuity in Italy and also referring to recent ministerial documents and the indications contained therein. In light of the knowledge in the psychoanalytic, neuroscientific and infant research fields, the text tries to give an answer to the following questions: what does early childhood pedagogy consist of and how is it connected to an idea of childhood? What characterizes the quality of educational proposals and of the communication and relational methods necessary in an age that is fundamental for the rest of life? On the basis of the arguments developed, the issue of the training of educators and teachers is then explored, identifying areas and methodologies that can be pursued, but also problematizing the current discontinuity between the nursery and the kindergarten in initial training in Italy and proposing possible solutions.
Evelina Scaglia
Il contributo intende ricostruire alcune dimensioni del pensiero e dell’opera di Adolphe Ferrière relative ad una pedagogia dell’infanzia attenta alle caratteristiche specifiche del bambino, in particolare alla sua attività spontanea, quale terreno di promozione di un’educazione maggiormente rispettosa della natura interiore e delle sue modalità di apprendimento. L’occasione è anche quella per riflettere attorno alle proposte avanzate da Ferrière fra gli anni Venti e Trenta circa la formazione ad una rinnovata genitorialità, centrata sul concetto di ‘amore chiaroveggente” e su una forte tensione educativa volta ad una maggiore responsabilizzazione degli adulti, in un’epoca storica solcata dalla crisi di civiltà e dall’avanzata di regimi dittatoriali.
The contribution explores some aspects of Adolphe Ferrière’s thought and work, related to an Infant Education that is attentive to the child’s specific features, particularly his/her spontaneous activity, as a foundation for promoting an education more respectful of the inner nature and learning processes. It also provides an opportunity to reflect on Ferrière’s proposals in the period between the 1920s and 1930s regarding a renewed approach to parenting. This approach is rooted in the concept of ‘clairvoyant love’ and a strong educational commitment aimed at fostering greater responsibility among adults, during a historical period marked by the crisis of civilisation and the rise of dictatorial regimes.
Paola Trabalzini
Lo scopo del contributo è di cogliere le possibili convergenze delle Linee pedagogiche per il Sistema integrato zerosei e gli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per la prima infanzia con la proposta pedagogica di Maria Montessori alla luce del fatto che la studiosa di Chiaravalle nel 1950 presenta, durante il Corso internazionale di Perugia del 1950, uno schema grafico il cui titolo è I quattro piani dello sviluppo. Il ritmo costruttivo della vita dove il «primo piano dello sviluppo» riguarda proprio il periodo da 0 a 6 anni.
The aim of this paper is to grasp the possible convergences of the Linee pedagogiche per il Sistema integrato zerosei and the Orientamenti nazionali per i servizi educativi per la prima infanzia with Maria Montessori’s pedagogical proposal in light of the fact that in 1950 she presented, during the Perugia International Course, a graphic scheme whose title is The four planes of development. The constructive rhythm of life where the «first plane of development» concerns precisely the period from 0 to 6 years.
Raffaella C. Strongoli, Maria Volpicelli
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
M. AMADINI, F. ANTONACCI, L. BALDUZZI, E. BETTI, E. BIFFI, A. BOBBIO, P. BRAGA, C. CIRELLA, M. FERRARI, V. FRISO, M. B. GAMBACORTI-PASSERINI, M. GUERRA, V. LA ROSA, E. LIOTTA, E. LUCIANO, A. LUPI, S. MARCHESANI, C. MARTINELLI, E. MIGNOSI, E. PETTINARI, E. SCAGLIA, G. SCHIAVONE, R. STRONGOLI, P. TRABALZINI, M. VOLPICELLI