I Problemi della Pedagogia

Secondo Semetre 2018
Sommario

Mario Caligiuri

Il saggio assume un preciso punto di vista: la qualità dell’educazione dipende in buona parte dalla qualità della formazione e selezione degli insegnanti. Oggi la loro responsabilità sociale è ancora più decisiva poiché l’avvento dell’intelligenza artificiale è destinato a sconvolgere soprattutto i processi educativi. Pertanto, bisogna prestare attenzione a cosa insegnare alle giovani generazioni destinate a diventare “a tre dimensioni”: reale, virtuale e aumentata (quest’ultima attraverso le tecnologie inserite direttamente nel corpo umano). Pertanto, discipline come le neuroscienze, la genetica e l’intelligence potrebbero diventare decisive. Diventa allora fondamentale scegliere in modo diverso gli insegnanti. Essendo incolmabile il divario tra tempi della formazione e le innovazioni sociali, non è possibile avere subito a disposizione la quantità necessaria di insegnanti adeguati nelle scuole e nelle università: siamo, però, ancora in tempo per renderli consapevoli di tale metamorfosi. La decadenza della democrazia espone concretamente al rischio di generare addirittura due diverse razze umane, condannando all’irrilevanza la maggioranza delle persone. Corriamo quindi il rischio di registrare il tragico fenomeno dei popoli superflui dei quali le élite non avranno alcun bisogno per governare e anche per produrre. Vengono posti temi complessi che non possono essere costantemente elusi in ossequio a principi spesso astratti smentiti dalla realtà.

The essay assumes a specific point of view: the quality of education depends largely on the quality of teacher training and selection. Today their social responsibility is even more decisive because the advent of artificial intelligence is destined to disrupt es pecially the educational processes. Therefore, we need to pay attention to what to teach young generations to become “three dimensions: real, virtual and augmented (the latter through technologies directly inserted in the human body). Therefore, disciplines such as neuroscience, genetics and intelligence may become crucial. Then, it gets essential to choose teachers differently. With the gap between training time and social innovations being unbridgeable, it is not possible to have immediately the necessary amount of appropriate teachers in schools and universities: we are, however, still in time to make them aware of this metamorphosis. The decadence of democracy concretely exposes the risk of generating even two different human races, condemning most people to irrelevance. We therefore run the risk of recording the tragic phenomenon of the superfluous peoples whose elites will have no need to govern and even to produce. Complex questions are being made that cannot be constantly evaded in accordance with abstract principles often denied by reality.

Giacomo Cives

La teoria dell’educazione di Giuseppe Lombardo Radice è una delle più importanti espressioni del neoidealismo italiano. Giuseppe Lombardo Radice fu, infatti, uno dei più fedeli allievi di Giovanni Gentile. Nello stesso tempo, fu anche studioso molto originale e indipendente, capace di cogliere le novità presenti nel mondo (per esempio, l’importanza di Dewey e della sua teoria dell’educazione attiva) e di progettare un modello di scuola elementare che ebbe grande rilievo, nonostante il clima politico del fascismo abbia contribuito a far cadere nell’oblio questa esperienza educativa. L’articolo di Giacomo Cives ricostruisce le caratteristiche principali dell’opera di Lombardo Radice e delinea le maggiori tendenze interpretative recenti al riguardo.

Giuseppe Lombardo Radice’s theory of education is one among the most important expressions of Italian neoidealism. Giuseppe Lombardo Radice was, in fact, one of Giovanni Gentile’s most faithful students. At the same time, he was also a very original and independent scholar, able to grasp the new trends of education all around the world (for example, he suddenly understood the im-portance of Dewey and his theory of progressive education) and to design a model of elementary school that had great importance, despite the political climate of fascism. Cives’ essay reconstructs the main characteristics of Lombardo Radice’s work and outlines the major interpretative tendencies regarding this 20th century educational theory.

Silvia Nanni

Laudomia Bonanni (L’Aquila 1907 - Roma 2002) è stata una scrittrice italiana con uno stile dirompente e originale, fin dalle prime pubblicazioni del 1948; è stata un’insegnante instancabile, dal 1930 al 1966 e un giudice laico presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dal 1946 al 1964. Una costante attenzione all’umanità dei ragazzi e dei protagonisti dei suoi libri è stata la cifra del suo impegno umano e professionale. In questo articolo vogliamo proporre una riflessione pedagogica sui personaggi femminili della Bonanni, attraverso i quali ha proposto la sua idea di genere, ovvero un “concetto etico di femminilità” che si realizza nel recupero “qualitativo” dell’innato senso materno della donna. Per l’autrice la ricerca di una “maternità di elezione” si esprime in una narrativa ricca di implicazioni educative – molte ancora da tratteggiare. Il percorso di emancipazione intrapreso dalla Bonanni, attraverso le nostre interpretazioni, la rendono senza tempo e quindi estremamente attuale.

Laudomia Bonanni (L’Aquila 1907 - Rome 2002) was an Italian writer with a disruptive and original style, since the first publica-tions of 1948; she was a tireless teacher, from 1930 to 1966 and a lay judge at the juvenile court of L’Aquila, from 1946 to 1964. A constant attention to the humanity of the boys and of the protagonists of her books was the main characteristic of her human and professional commitment. In this article we want to propose a pedagogical reflection on the female characters of Bonanni, through which she proposed her idea of gender: an “ethical concept of femininity” that is realized in the “qualitative” recovery of the maternal innate sense of woman. For the author, the search for a “motherhood of election” is expressed in a narrative full of educational implications – many oh them still to be delineated. The path of emancipation highlighted by Bonanni, through our interpretations, makes it timeless and therefore extremely current.

Edoardo Puglielli

Umberto Postiglione (1893-1924) è stato dirigente del movimento operaio, educatore, maestro e poeta; è stato studioso del pensiero scientifico di Élisée Reclus e di Pëtr Kropotkin (due dei più importanti nomi nella storia della pedagogia libertaria), della filosofia di Ralph Waldo Emerson, della teologia di Rabindranath Tagore, del cristianesimo di Lev Tolstoj e della pedagogia di Omar Dengo. Il presente articolo si sofferma soprattutto sul suo impegno pedagogico e culturale svolto presso le comunità italiane negli USA e sulla sua attività educativa svolta in Italia tra le masse lavoratrici e nella scuola pubblica.

Umberto Postiglione (born 1893, died 1924) was a leader of the working-class movement; he was an educator, a teacher and a poet; he studied Élisée Reclus’ and Pëtr Kropotkin’s scientific thought (two of the most important scholars of anarchist pedagogy), Ralph Waldo Emerson’s philosophy, Rabindranath Tagore’s theology, Lev Tolstoj’s Christianity and Omar Dengo’s pedagogy. The present study focuses most on his pedagogical and cultural commitment within the Italian communities in the USA and on his educational activity in Italy within working-classes and public school.

Stefano Salmeri

Il messaggio di Freire (maestro del dialogo e della cura educativa) è pratica di un’educazione emancipatrice che considera l’incontro e l’interazione non violenta strategie privilegiate per una concreta liberazione. Il dialogo presuppone ascolto e possesso della parola. La lotta all’analfabetismo, filo conduttore della pedagogia di Freire, è percorso necessario per restituire la parola agli oppressi che il potere ha condannato al silenzio. La cultura viene dal popolo che grazie all’educazione prende coscienza e libera l’intera umanità. La società e la storia, non più predeterminate, sono il prodotto del libero agire umano e la pedagogia è sapere emancipativo, mentre il rapporto tra docente e discente si concretizza come mutuo scambio: insegnando si impara e imparando si insegna. La cura educativa per Freire è impegno per dare compimento ad una società migliore. La critica a neoliberismo e capitalismo allora è proposta per un cambiamento che aspira ad essere critica emancipazione in funzione della coscientizzazione, della liberazione e di una democrazia fondata sulla solidarietà. Il paradigma pedagogico di Freire è prospettiva ermeneuticamente aperta che concilia teoria e prassi formativa, vita e scuola, traducendosi in agire educativo orientato secondo criteri epistemologici volti a: ricerca, interpretazione, indagine, autonomia emancipatrice. Soltanto una pedagogia militante e della resistenza può fungere da itinerario di consapevolezza. La concezione pedagogica di Freire fa della cura, dell’attenzione all’alterità, del riconoscimento degli ultimi e di tutti i differenti la chiave epistemica per andare oltre, in nome di un’ontologia che è tensione verso l’essere di più. L’obiettivo è conciliare e integrare le differenze, non per neutralizzarne la matrice divergente e di contrasto, ma per promuovere una pedagogia solidale che sappia realizzare l’unità nella diversità, tutelando la singolarità di ciascun cittadino nella pluralità, e che favorisca il mutuo riconoscimento e l’effettiva tutela delle minoranze e di tutti i più deboli.

Freire was a master of dialogue and healing through education. His legacy is an emancipatory form of education, which regards non-violent interaction as an effective strategy to achieve true liberation. Dialogue requires an ability to listen and a mastery of words. The struggle against analphabetism was at the heart of Freire’s pedagogy, a necessary step to restore the voice of the oppressed, whom power has condemned to silence. Culture come from the people, who, thanks to education, develop awareness and liberate all of humanity. Society and history are no longer predetermined; they are a product of free human action. Pedagogy is emancipatory knowledge, and the relationship between the teacher and the pupil takes the form of a mutual exchange: one learns while teaching, and teaches while learning. Freire’s recipe for education is commitment to build a better society. The aim of his critique of neoliberalism and capitalism is to promote awareness, liberation, and a democracy founded on solidarity. Freire’s pedagogic paradigm is a hermeneutically open perspective harmonizing theory and educational practice, life and school. This perspective translates to a practice of education based on epistemological criteria aimed at research, interpretation, investigation, and emancipatory autonomy. Only a militant and resistant pedagogy can provide a path to awareness. In Freire’s pedagogical conception, acknowledgement of otherness, and particularly recogni-tion of those at the bottom of the social ladder and of all differences, is the epistemic key to going beyond, in the name of an ontology striving for being more. The objective is to harmonize and integrate differences, not to neutralize them, but to promote a solidary pedagogy. Such a pedagogy should be capable of achieving unity in diversity by protecting the singularity of each citizen, and of favoring reciprocal recognition and effective protection of minorities and the weak.

Elena Zizioli

Il presente contributo restituisce gli esiti di un’esperienza pilota di lettura collettiva con un gruppo ristretto di donne detenute che si è svolta presso i locali della biblioteca dell’Istituto Femminile della Casa Circondariale di Roma Rebibbia, per valorizzare gli effetti benefici dei libri e della lettura nel contesto penitenziario a livello individuale e collettivo. L’utilizzo di testi speciali quali i silent books o wordless picture book e la metodologia utilizzata hanno qualificato questa sperimentazione come un percorso educativo da sistematizzare e replicare, avviando la riflessione sul ruolo della pedagogia in uno dei luoghi, il carcere, più a rischio di spersonalizzazione e disumanizzazione.

The present paper presents the results of a pilot collective reading experience with a small group of female inmates of the Roman correctional facility “Rebibbia”. This experience took place inside the Female Institute’s library with the aim of acknowledging the beneficial effects of books and reading in a penitentiary context, both on an individual and a group level. The use of special texts like silent books or wordless picture books and the methodology employed qualified this experiment as an educational journey which needs to be systematized and replicated, so as to set off a reflection upon the role of education in jail, one of the places where the risk of depersonalization and dehumanization is highest.

Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
M. CALIGIURI, C. CAPPA, G. CIVES, M. D’AGOSTINI, E. FERRACCI, S. NANNI, E. PUGLIELLI, S. SALMERI, E. ZIZIOLI, F. C. UGOLINI