I Problemi della Pedagogia
Primo Semestre 2023
Sommario
Alessandro Barca
La libertà, insieme al principio di valorizzazione – inteso come possibilità concessa all’uomo affinché conosca ed interiorizzi i valori, riconoscendoli come tali – è il focus della pedagogia di Gino Corallo, che vede nell’educatore il viatico verso ciò che è buono, vero e giusto, ma anche l’archetipo dell’educando – soggetto attivo nel processo di apprendimento e protagonista nella costruzione e nell’acquisizione delle sue conoscenze – attraverso il principio della «causalità esemplare della testimonianza dell’educatore, che deve motivare e sostenere la volontà dell’educando, avere il carisma di direzionare la sua ‘crescita’ al meglio, lasciandolo libero». Lo scopo di questo contributo è mettere in relazione il modello pedagogico di Corallo e la sua concezione del rapporto maestro/allievo, desunta dai suoi scritti e da quelli dei suoi stessi studenti, con la figura letteraria del Maestro per eccellenza, il Virgilio dantesco che rappresenta per Corallo il modello ideale di educatore.
Freedom, together with the principle of valorisation – understood as the possibility granted to man so that he may know and internalise values, recognising them as such – is the focus of Gino Corallo’s pedagogy, which sees in the educator the viaticum towards what is good, true and just, but also the archetype of the educand – active subject in the learning process and protagonist in the construction and acquisition of his knowledge – through the principle of the «exemplary causality of the educator’s testimony, who must motivate and support the will of the educand, have the charisma to direct his ‘growth’ to the best of his ability, leaving him free». The aim of this contribution is to relate Corallo’s pedagogical model and his conception of the teacher/pupil relationship, deduced from his writings and those of his own students, with the literary figure of the Maestro par excellence, Dante’s Virgil, who represents for Corallo the ideal model of the educator.
Carlo Cappa
L’articolo fotografa il convulso momento di dibattito riguardo alla formazione iniziale degli insegnanti delle scuole secondarie. A partire dalla legge n. 79 del 29 giugno 2022 fino alla bozza del DPCM diffusa dal Ministero, questo snodo del sistema d’istruzione sembra non riuscire a emanciparsi da posizioni contrapposte, rischiando di rivelarsi come l’ennesima occasione persa per la scuola italiana.
The article portrays the convulsive debate regarding the initial training of secondary school teachers. Starting from law n. 79, June 29, 2022, up to the draft of the DPCM released by the Ministry, this node of our education system seems unable to emancipate itself from counterposed positions, risking to reveal itself as yet another missed opportunity for the Italian school.
Marco Innamorati
La psicologia del profondo dimostrò un particolare interesse per le questioni educative soprattutto all’inizio della sua storia, con Freud, Adler e Jung. I loro interessi a proposito di insegnamento e educazione toccano vari aspetti. Innanzi tutto, la cura dei pazienti può essere di per sé una forma di educazione o almeno comprendere aspetti educativi. In secondo luogo, la formazione degli analisti richiede forme di insegnamento che non si riducono alla comunicazione della teoria. In terzo luogo, tutti e tra interpretarono il ruolo della psicologia del profondo ai fini di una generale educazione dell’umanità. Infine, in modi diversi, Freud, Jung ma soprattutto Adler si occuparono dell’istruzione in età evolutiva.
Deep psychology showed special interest in educational issues especially early in its history, with Freud, Adler and Jung. Their interests in teaching and education touch on various aspects. First, patient care can itself be a form of education or at least include educational aspects. Second, the training of analysts requires forms of teaching that are not limited to the communication of theory. Third, all three interpreted the role of depth psychology for the purposes of a general education of humanity. Finally, in different ways, Freud, Jung but especially Adler were concerned with developmental education.
Rossella Marzullo
L’educazione alla cittadinanza è un tema centrale e, anche in virtù dei principi contenuti nella Costituzione, rappresenta il fulcro di qualsiasi progetto formativo che miri a costruire una cultura universale e democratica. I mutamenti che stiamo attraversando, in cui la dimensione onlife e quella online si intrecciano costantemente, la cittadinanza ha bisogno di essere ricondotta, come insegna Freire, alla capacità critica, per non lasciarsi influenzare né dal potere dei media o dei social, né dai condizionamenti della c.d. post-verità. Per far questo i saperi umanistici e la dimensione pratico-laboratoriale assumono, nei contesti educativi e formativi, una rilevanza notevole nella promozione dello sviluppo delle competenze sociali e civiche in materia di cittadinanza che, nel Quadro di Riferimento Europeo, riguardano la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale. Ciò passa attraverso la comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici, dalla cui elaborazione dipendono l’evoluzione a livello globale e la sostenibilità.
Citizenship education is a central topic and, also by virtue of the principles contained in the Constitution, represents the fulcrum of any educational project that aims to build a universal and democratic culture. The transitions we are going through, in which the onlife and online dimensions are constantly intertwined, citizenship needs to be brought back, as Freire teaches, to critical capacity, in order not to let itself be influenced either by the power of the media or social networks, or by conditioning of the so-called post-truth. To do this, humanistic knowledge and practical-laboratory dimension assume, in educational and training contexts, a relevant importance in promoting the development of social and civic skills in the field of citizenship which, in the European Reference Framework, refer to the ability to act as responsible citizens and to participate fully in civic and social life. This passes through the understanding of social, economic, legal and political structures and concepts, on whose elaboration global evolution and sustainability depend.
Giovanni Moretti, Arianna L. Morini, Alessia Gargano
Il contributo approfondisce l’importanza di consolidare e sviluppare la consapevolezza metacognitiva degli studenti per contribuire a qualificare il processo di apprendimento. Viene presentato il Questionario sulla Consapevolezza Metacognitiva (QCM) tradotto dal Metacognitive Awareness Inventory ideato da Schraw & Denninson (1994), nella versione adattata al contesto nazionale dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre di cui è responsabile il Prof. Giovanni Moretti. Il QCM è uno strumento che può essere utilizzato nell’ambito della scuola secondaria di secondo grado e nel contesto universitario per rilevare la consapevolezza metacognitiva degli studenti approfondendo in particolare due dimensioni: la Conoscenza della cognizione e la Regolazione della cognizione. Il Questionario indaga sulle modalità con cui gli studenti organizzano, monitorano e autovalutano l’apprendimento personale. L’introduzione del QCM consente la riflessione sulle proprie strategie di apprendimento e promuove lo sviluppo della capacità di autoregolazione, favorendo il successo formativo.
The paper explores the importance of consolidating and developing students’ metacognitive awareness to help qualify the learning process. The Questionnaire called «Questionario sulla Consapevolezza Metacognitiva» (QCM) translated from the Metacognitive Awareness Inventory devised by Schraw & Denninson (1994) is presented, in the version adapted to the national context by the research group of the Department of Education Sciences of the University of Roma Tre for which Prof. Giovanni Moretti is responsible. The QCM is a tool that can be used in the secondary school and university context to detect students’ metacognitive awareness by investigating two dimensions: Knowledge of Cognition and Regulation of Cognition. The Questionnaire investigates the ways in which students organize, monitor and self-assess personal learning. The introduction of the QCM allows for reflection on one’s learning strategies and promotes the development of self-regulatory capacity, fostering educational success.
Fabio Olivieri, Anna Aluffi Pentini, Aline Sommerhalder, Luana Zanotto
Il contributo dà conto dei contenuti di una ricerca svolta dagli autori nel periodo della pandemia in Italia e in Brasile, ed in particolare approfondisce il delicato tema dei cambiamenti sopraggiunti all’interno delle famiglie, e quindi nelle relazioni genitori figli e nella gestione del tempo, in una situazione totalmente nuova per tutti. Se è vero che nella maggior parte dei casi i genitori sembrano aver assolto in modo adeguato alla loro funzione, la costrizione ad una dimensione privata ha riportato all’attualità la necessità di un rinnovato dibattito pubblico sulla famiglia, sull’educazione e sulle regole.
This paper gives reports on research carried out by the authors during the period of the Covid-19 pandemic in Italy and Brazil. It addresses the delicate theme of changes that have taken place within families, and therefore in parent-child relations and time management, in a situation that was totally new for everyone. While it is true that in most cases parents seem to have fulfilled their function adequately, the constraints on their private lives have brought to the forefront the need for a renewed public debate on the family, education and rules.
Stefano Salmeri
In un mondo in cui contraddizione e aporeticità sono diventati modelli guida, l’educazione sembra assumere un ruolo sempre più marginale. Infatti la complessità della contemporaneità, da un lato, ha abbandonato i tradizionali sistemi disciplinari per il controllo e, dall’altro, si serve di un eccesso apparente di libertà per attivare dispositivi in grado di monitorare capillarmente anche le più insignificanti azioni dei singoli e della collettività. Allora, in termini foucaultiani, la pedagogia della resistenza può diventare l’ultimo argine per difendersi dall’invasività del panopticon digitale del mondo globale e dal suo pensiero unico. In una prospettiva democratica dell’educare, resistere appare come l’azione politico-culturale più adeguata per smascherare e per disinnescare la violenza del potere. Come Paulo Freire e Aldo Capitini ci hanno indicato, una resistenza nonviolenta e militante può trasformarsi e farsi buona pratica pedagogica per il cambiamento e per una presa di coscienza anche per i soggetti più fragili e differenti. Inoltre, in democrazia, educare a resistere è garanzia anche per scongiurare involuzioni autoritarie e liberticide in politica, e presidio vigile per costruire un approccio alla storia culturalmente attento e critico. Oggi, infatti, si tende a vivere in una sorta di eterno presente, si considera il divenire della storia qualcosa di inesorabile e/o si elaborano pericolose sacralizzazioni del passato, restringendo così i margini per la critica interpretazione. Allora, pedagogia della resistenza e approccio non neutrale e militante alla cultura, alla storia e soprattutto alla politica si presentano come strategie indispensabili per il decondizionamento e per una effettiva crescita nella consapevolezza per tutti gli studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola per l’infanzia all’università.
In a world where contradiction and aporias have become guiding models, education is increasingly sidelined. On the one hand, the complexity of contemporaneity has given up its traditional systems of disciplinary control; on the other, it grants what is apparently an excess of freedom to activate devices capable of closely monitoring even the most insignificant actions of individuals and collectivities. Then, in Foucaultian terms, the pedagogy of resistance can become the last bastion against the invasiveness of the digital panopticon of the global world and its monolithic thought. From a democratic perspective on education, to resist appears as the most adequate politico-cultural action to expose and defuse the violence of power. As Paulo Freire and Aldo Capitini have shown us, a nonviolent and militant resistance can become good pedagogic practice, a path to change, and a means to bring new awareness even to especially fragile and different subjects. Furthermore, in democracy teaching to resist is a way to prevent authoritarian and liberticide involution in politics, and develop a culturally aware and critical approach to history. Today we tend to live in a sort of eternal present. We regard historical processes as something inexorable and/or we engage in dangerous sacralization of the past. In doing so, we restrict the scope for critical interpretation. A pedagogy of resistance and a non-neutral, militant approach to culture, history, and especially politics thus appear to be indispensable strategies for deconditioning, and for truly fostering awareness among all students, from kindergarten to college.
Nicola Siciliani de Cumis
L’articolo concerne i tre saggi che costituiscono il terzo volume dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Labriola con rinnovata autorevolezza scientifica, ad un sessantennio dell’edizione curata nel 1962 da Luigi Dal Pane, nei tipi dell’editore Feltrinelli. Saggi puntualmente e largamente annotati, che invitano a ripensare storicamente e criticamente la complessiva materia del libro alla luce delle interpretazioni precedenti e delle ulteriori ricerche su fonti tradizionali e recenti, soprattutto tedesche. Di qui la configurazione degli ideali filosofici, storiografici, pratico-operativi e socio-pedagogici caratterizzanti l’attivazione labrioliana del circolo virtuoso ricerca-didattica/didattica-ricerca. Ed il socratismo del laboratorio che ne discende, anzitutto alla luce delle cronache quotidiane e dei carteggi con i numerosi corrispondenti e, quindi, dal nesso indissolubile di oralità e scrittura. E, dunque, dalle problematiche principali del determinismo, fondate sulla dialettica libertà-necessità, in relazione alla filosofia, alla pedagogia, alla religione, all’etica, al diritto (ai diritti e ai doveri di ciascun uomo rispetto agli altri uomini), alla divisione sociale del lavoro manuale e intellettuale, alla psicologia, alla sociologia, all’antropologia, all’arte, alla linguistica, alla statistica, all’interdisciplinarità, al senso di responsabilità degli individui e delle comunità.
The article concerns the three essays that make up the third volume of the National Edition of Antonio Labriola’s Works with renewed scientific authority, sixty years after the edition edited in 1962 by Luigi Dal Pane, in the types of the Feltrinelli publisher. Punctually and widely annotated essays, which invite us to rethink historically and critically the overall subject of the book in the light of previous interpretations and further research on traditional and recent sources, especially German. Hence the configuration of the philosophical, historiographical, practical-operational and socio-pedagogical ideals characterizing the Labrioli activation of the virtuous research-teaching/teaching-research circle. And the socratism of the laboratory that derives from it, above all in the light of the daily news and the correspondence with the numerous correspondents and, therefore, from the indissoluble link between orality and writing. And, therefore, from the main problems of determinism, based on the freedom-necessity dialectic, in relation to philosophy, pedagogy, religion, ethics, law (the rights and duties of each man with respect to other men), social division of manual and intellectual work, to psychology, sociology, anthropology, art, linguistics, statistics, interdisciplinarity, the sense of responsibility of individuals and communities.
Maria Volpicelli
Ida Koritchoner è stata negli anni venti del Novecento un’importante figura di riferimento della World Association for Adult Education. In qualità di travelling Secretary dell’associazione, intrecciò rapporti significativi con alcuni autorevoli pedagogisti ed educatori del continente europeo. Il presente contributo intende ricostruire alcuni momenti dell’attività della Koritchoner in Germania e soprattutto in Italia. Oltre ai suoi scritti e allo spoglio del ‘Bulletin’ della W.A.A.E., l’articolo si è avvalso dei carteggi inediti della studiosa inglese con alcune personalità di spicco della cultura dell’epoca, da Theodor Bäuerle a Wilhelm Flitner sino a Umberto Zanotti-Bianco, Giovanni Gentile e Giuseppe Lombardo Radice.
Ida Koritchoner was an important figure of reference of the World Association for Adult Education during the 1920s. As the association’s travelling secretary, she forged significant relationships with some prominent pedagogists and educators on the European continent. This contribution intends to reconstruct some of Koritchoner’s periods of activity in Germany and, above all, in Italy. In addition to her writings and the perusal of the W.A.A.E. ‘Bulletin’, this article made use of the unpublished correspondence between the English scholar and some prominent personalities of the culture of the time, from Theodor Bäuerle to Wilhelm Flitner all the way up to Umberto Zanotti-Bianco, Giovanni Gentile and Giuseppe Lombardo Radice.
Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
A. ALUFFI PENTINI, A. BARCA, C. CAPPA, A. GARGANO, S. IACOPETTA, M. INNAMORATI, R. MARZULLO, G. MORETTI, A. L. MORINI, F. OLIVIERI, S. SALMERI, N. SICILIANI DE CUMIS, A. SOMMERHALDER, M. VOLPICELLI, L. ZANOTTO