I Problemi della Pedagogia

Primo Semestre 2018
Sommario

Giovanna Alatri

Per commemorare Giovanni Cena a cento anni dalla scomparsa ci è sembrato opportuno ricordare, in un periodo così poco “illuminato” del nostro paese, alcuni degli aspetti più nobili della sua personalità che hanno caratterizzato la sua breve e intensa vita: l’amore per l’Arte in ogni sua espressione, la sensibile e generosa sollecitudine verso le classi più deprivate socialmente e culturalmente, la profonda umanità.

A century after his disappearance, in order to commemorate Giovanni Cena, we deemed appropriate to remember, during such a little “enlightened” period of our country, some of the noblest aspects of his personality that characterized his short and intense life: love for Art in its every expression, the sensitive and generous consideration for the most socially and culturally deprived classes and his deep humanity.

Giacomo Cives, Remo Fornaca

Remo Fornaca (1925-2015), già docente dell’Università di Torino, tra la sua appassionata critica dell’attualismo gentiliano, dagli esiti solipsistici e autoritari, e il suo interesse instancabile per gli sviluppi del nuovo sapere, ha posto uno studio assiduo, originale e penetrante del pensiero di Maria Montessori in chiave storica, pedagogica, culturale, psicologica, sociale, sottolineandone la chiave di profonda fiducia nel bambino e nell’uomo e il legame costante alle nuove scienze, dalla psicoanalisi al neoevoluzionismo. In particolare ha anticipato le nuove prospettive della complessità, cogliendone le istanze di problematicità e integrazione tra presente e futuro, localismo e universalità, corpo e mente, individuo e società, realismo e utopia.

Remo Fornaca (1925-2015) was a professor of the University of Turin. His original, intense and enthusiastic study of the thinking of Maria Montessori was placed between the critical approach to the thought of Giovanni Gentile, resulting solipsistic and decisive, and his endless interest into the development of the new knowledge. Fornaca studied Maria Montessori in a historical, cultural, social and psychological key, thus underlying the strong confidence both in the child and in the man, and also her relationship with the new sciences, from psychoanalysis to new-evolutionism. In particular, she revealed in advance the new complexity perspectives, understanding the problematic and integration aspects between present and future, mind and body, individual and society, and finally realism and utopia.

Cristiano Corsini, Silvia Zanazzi

Il lavoro presentato indaga il punto di vista di studentesse e studenti sulla valutazione in università. La ricerca impiega un disegno misto sequenziale esplicativo, strutturato in due fasi: in una prima, quantitativa, è stato somministrato un questionario a 1071 studentesse e studenti universitari; nella seconda, qualitativa, quanto emerso dall’analisi dei risultati raccolti è stato approfondito attraverso interviste condotte su un gruppo selezionato di rispondenti al questionario. Il lavoro fa emergere associazioni significative tra la percezione di determinate prassi valutative e la tendenza di studentesse e studenti universitari a impiegare le valutazioni ricevute, in maniera più o meno efficace, per migliorare il proprio metodo di studio e la qualità dei processi di apprendimento.

The work investigates the students’ viewpoint on evaluation at university, using a mixed-methods sequential explanatory design. During the first, quantitative phase we administered a questionnaire to 1071 university students; during the second, qualitative phase, starting from the results of the first, we carried out a more in-depth analysis through interviews with a selected group of students who had previously responded to the questionnaire. Our study shows that there are statistically significant, meaningful associations between the perception of some evaluative practices and the tendency of students to use the evaluations they receive, more or less effectively, to improve their study methods end the quality of their learning process.

Anselmo R. Paolone

Kenneth Koch, educatore e poeta statunitense legato al movimento d’avanguardia della New York School, sperimentò, a partire dalla fine degli anni ‘60, un interessante metodo per l’insegnamento della composizione poetica ai bambini e agli anziani. Il presente articolo costituisce la seconda parte di un dittico. Nella prima parte avevamo parlato del metodo rivolto ai bambini e della sua genesi. Nella presente invece cercheremo di mostrare come, a partire da alcuni elementi già usati nell’approccio puerocentrico “Wishes, LIes and Dreams”, Koch abbia saputo adattare le proprie tecniche educative anche agli anziani ospiti delle case di riposo. A detta di Koch, gli anziani soffrono di una sorta di “deprivazione sensoriale” che può essere lenita attraverso la composizione poetica. Essi possono essere iniziati a una forma di poesia contemporanea basata sull’uso della lingua colloquiale che gli consente, attraverso la produzione di semplici ma efficaci versi elegiaci (il “Regno di Calliope”) di ritrovare un equilibrio interiore nei difficili anni del declino.

Kenneth Koch, an American educator and poet tied to the avant-garde movement of the New York School experimented, since the late 1960s, an interesting method for teaching poetry writing to the children and the elderly. This article is the second part of a diptych. In the first part we talked about the method for children and its genesis. In this part we will show how, starting from some elements already used in the puerocentric approach “Wishes, Lies and Dreams”, Koch has been able to adapt its educational techniques to the elderly guests of nursing homes. According to Koch, the elderly suffer from a kind of “sensory deprivation” that can be soothed through poetry writing. Senior citizens can be initiated to a form of contemporary poetry based on the use of the colloquial language, which allows them, through the production of simple but effective elegiac verses (the “kingdom of Calliope”) to find an inner balance in the difficult years of their decline.

Agnese Rosati

Augusto Romagnoli, il più importante teorico di Pedagogia della minorazione visiva, è un pensatore attuale per le sue intuizioni in campo educativo e per l’impianto epistemico del suo modello. Oggi la scuola ambisce ad essere luogo per l’inclusione e comunità educante e aperta alle differenze, allora rivisitare il contributo teorico di Romagnoli può aiutare a ridefinire e a ricalibrare i percorsi di integrazione nel rispetto delle specificità e degli effettivi bisogni formativi di ogni allievo in difficoltà, soprattutto se con disabilità visiva. Infatti, il pericolo maggiore oggi è di non tenere adeguatamente conto delle peculiarità dei singoli deficit, cadendo in un genericismo pedagogico che considera i bisogni speciali in fondo un po’ simili per tutti i soggetti in situazione di difficoltà. Augusto Romagnoli, vicino al pensiero di Maria Montessori e all’Attivismo, già agli inizi del XX secolo comprende che mentre gli obiettivi educativi possono essere comuni sia per i normodotati che per i ciechi, invece le metodologie, le tecniche e i tempi di apprendimento sono inevitabilmente diversi. Il suo grande merito è stato quello di saper guardare alla globalità della persona e non soltanto alle sue carenze e ai suoi limiti, perché chi ha un deficit non è necessariamente deficitario. L’attenzione all’aspetto motorio, l’educazione al bello, all’orientamento e al gioco, e gli interventi compensativi vengono indicati da Romagnoli come strategie fondamentali per consentire al bambino cieco di sviluppare tutte le potenzialità residue, per strutturare una consapevolezza chiara dei propri limiti e per integrarsi. In altri termini, le differenze non vanno né enfatizzate, né sottovalutate. Infatti un bambino cieco, se ben educato, può diventare un cittadino efficiente e con pari dignità, perché la minorazione visiva non compromette le funzioni superiori del pensiero, né tanto meno le capacità socio-relazionali, né la dimensione affettivo-emotiva. Piuttosto che parlare di uguaglianza in astratto, sulla base dell’insegnamento di Augusto Romagnoli è bene allora fare riferimento al concetto più avanzato e più completo di pari opportunità. Infine, per Romagnoli, nell’approccio alla cecità era giunto il momento di passare dalla pietà alla scienza.

Augusto Romagnoli, the most important theorist of the pedagogy of visual disabilities, is a thinker whose educational intuitions are still valid today, as is the epistemic structure of his model. Today school has the ambition of being a place of integration and an educating community, open to difference. In this perspective, revisiting Romagnoli’s theoretical contribution can help educators to redefine and fine-tune integration processes in a way that is respectful of the specific educational needs of challenged students, particularly those with visual disabilities. The biggest danger today is that of overlooking the peculiarities of individual deficits, and thus lapsing in a generic pedagogical approach based on the notion that the special needs of students with difficulties are somehow similar. As early as the beginning of the twentieth century, Augusto Romagnoli – who was close to the thought of Maria Montessori and of Activism – realized that while the educational objectives can be the same for non-disabled students and the blind, the methods and learning schedules must inevitably be different. His great merit was that he took account of the whole of the student’s personality, and not just of his or her shortcomings or limits; disability does not necessarily imply inability. Romagnoli argued that physical movement, the appreciation of beauty, orientation, play, and compensational action are fundamental strategies to allow blind children to develop all their residual potential, attain a clear awareness of their limits, and thus achieve integration. In other terms, differences should be neither emphasized nor underestimated. A blind child, if properly educated, can become an efficient citizen, on an equal standing with anybody else. Visual disability does not compromise the higher mental functions, socio-relational capabilities, or the affective and emotional sphere. Rather than speaking abstractly of “equality”, we should take inspiration from Augusto Romagnoli’s teaching and prefer to use the more advanced and comprehensive concept of “equal opportunity”. In sum, according to Romagnoli the time had come for a transition from compassion to science in approaching blindness.

Carlo Cappa, Paolo Quintili, Charles Alunni

Si presentano nella sezione Studi comparativi in educazione tre saggi che sviluppano gli studi compiuti per la partecipazione al convegno internazionale Mort de l’enseignement philosophique ou épuisement du paradigme cousinien?, a Parigi (2017). In questi tre saggi, Apprendre des autres: la comparaison comme exercice philosophique di Carlo Cappa, La philosophie sous attaque. L’Italie et la philosophie di Paolo Quintili e Victor Cousin en Italie di Charles Alunni, educazione comparata e filosofia s’intrecciano con la dimensione storica e istituzionale, per comprendere il pensiero e l’eredità di Cousin nel contesto europeo odierno.

For the section Studi comparativi in educazione, we present three essays which develop researches carried out for the International Conference Mort de l’enseignement philosophique ou épuisement du paradigme cousinien?, Paris (2017). In these essays, Apprendre des autres: la comparaison comme exercice philosophique by Carlo Cappa, La philosophie sous attaque. L’Italie et la philosophie by Paolo Quintili and Victor Cousin en Italie by Charles Alunni, comparative education and philosophy are intertwined with historical and institutional dimensions, for understanding the contribution and the heritage of Cousin’s works in our present European scenario.

Alessandro Sanzo

Dino Carina (1836-1872), studioso toscano di economia e di politica scolastica, a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento compie diversi “viaggi pedagogici” in Francia, Belgio, Germania e Inghilterra. È autore di diversi lavori riguardanti l’educazione comparata: Sulla istruzione primaria e industriale della Francia, dell’Inghilterra, del Belgio (1861), Della istruzione primaria e industriale considerata nelle sue relazioni colla pubblica economia. Nuovi studi comparativi (1868), Dell’ozio in Italia (1870). Ciò nonostante, è un autore ancora poco conosciuto e studiato. In questo articolo si prende in considerazione il suo contributo al processo di sviluppo degli studi comparativi in educazione in Italia negli anni dell’unificazione nazionale. In particolare, si focalizza l’attenzione sul suo interesse per il contesto socio-politico-culturale nel quale nascono e si modificano i sistemi d’istruzione e per i diversi fattori – e, anzitutto, quello economico-produttivo – che rivestono un ruolo chiave nell’organizzazione dei sistemi d’istruzione.

Dino Carina (1836-1872) is a Tuscan scholar of economics and of school policy; starting from the Sixties of the Nineteenth Century, he performs several journeys made in order to study the educational situations existing outside Italy (France, Belgium, Germany and England). He’s the author of several comparative education studies (e.g. Sulla istruzione primaria e industriale della Francia, dell’Inghilterra, del Belgio, 1861; Della istruzione primaria e industriale considerata nelle sue relazioni colla pubblica economia. Nuovi studi comparative, 1868; Dell’ozio in Italia, 1870). Nevertheless, Dino Carina is an author still little known and studied. This paper considers his contribution to the process of development of comparative education studies in Italy in the years of the national unification. In particular, attention is focused on his interest in the socio-political and cultural environment in which education systems are born and modified and to the various factors – first of all the economic factor-productive – which play a key role in the organization of education systems.

Corrado Ziglio

Sulla base di recenti informazioni, in questo articolo viene descritto un progetto di fondazione della Facoltà di Scienze dell’Educazione realizzato a Nampula, in Mozambico. Viene raccontata una storia che, al di là, di un impianto curricolare, pone l’accento su una metodologia etnografica trasversale a tutte le discipline evitando di compiere errori di imperialismi culturali. Ciò che viene messo in evidenza è la capacità di realizzare un progetto culturale, di declinare le scienze dell’educazione in luoghi lontani dai contesti culturali occidentali grazie a una sensibilità di comparatisti.

Based on recent information, this article describes the foundation project of the first Faculty of Education Sciences in Nampula, Mozambique. The story told, besides the curriculum planning, focuses on an ethnographic methodology transversal to all disciplines to avoid mistakes of cultural imperialism. What is highlighted is the ability to realize a cultural project of education science in places far from Western cultural contexts thanks to comparative awareness.

Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ALATRI, C. ALUNNI, V. BURZA, C. CAPPA, G. CIVES, C. CORSINI, G. GIACHERY, A. R. PAOLONE, P. QUINTILI, A. ROSATI, S. SALMERI, A. SANZO, S. ZANAZZI, C. ZIGLIO