I Problemi della Pedagogia

Primo Semestre 2010
Sommario

Francesco Mattei

Verso la fine del suo lungo viaggio di studio e di ricerca, Piaget ripensa il rapporto tra scienza e filosofia, in particolare quella epistemologia genetica che ha costituito il nucleo principale della sua ricerca psicologica. Qui si vogliono ricostruire i diversi passaggi in materia: dall’iniziale avviamento all’osservazione e alla ricerca sperimentale, fino al rapporto tra scienze della natura e scienze dello spirito applicate alla sua stessa ricerca. Pur criticando fortemente i limiti metodologici della ricerca filosofica, non sembra all’autore che Piaget si sia mai allontanato definitivamente dal nucleo euristico della ricerca filosofica, un nucleo sempre ricco di senso e di significato e sempre matrice di domande anche per la ricerca dell’interrogazione psicologica.

Towards the end of his long journey of study and research, Piaget rethinks at the relationship between science and philosophy, particularly that genetic epistemology which formed the core of his psychological research. Here we want to reconstruct the steps in this area, starting from the initial observation and experimental research, up to the relationship between the natural sciences and human sciences applied to his own research. While strongly criticizing the methodological limitations of philosophical research, Piaget does not seem to the author to have ever permanently deviated from the heuristic core of philosophical research, a core always rich with meaning and significance and always array of questions for the psychological research.

Margarete Durst

Lo studio mette in rilievo le sfaccettature, le disomogeneità e le contraddizioni che hanno caratterizzato i percorsi di formazione e l’esercizio del mestiere delle donne insegnanti durante l’epoca fascista. La ricerca, condotta in maniera analitica, ha un orientamento storico-storiografico e di storia delle donne. Attinge inoltre a diversi settori delle scienze dell’educazione (ad esempio, quello sociologico) e agli studi di genere. Uno degli argomenti più importanti del saggio riguarda infatti le cosiddette “Militi dell’idea”: gruppo femminile di eccellenza votato alla causa fascista.

This article deals with the various facets, non homogeneities and contradictions which have marked the education tracks and job experiences of women teachers in the fascist era. This research, analytically carried out, has a historical-historiographic and, more specifically, a women history orientation. Furthermore, it draws from some different fields of the education sciences (for example, sociology) and from the Gender Studies. One of the article focus is on the so-called “Militi dell’idea”, a group composed by prominent women devoted to the fascist project.

Franco Frabboni

All’alba di questo secolo, il vecchio continente ha sciolto al vento – a Lisbona e a Bruxelles – le proprie campane per richiamare l’attenzione sulla forza emancipatrice della conoscenza e della formazione quali “capitali” economici-socialiculturali (risorse umane) da preservare e da spendere lungo l’intero arco della vita, se si intende perseguire l’orizzonte valoriale intitolato alle tre “I” al maiuscolo della Persona: Irripetibile, Irriducibile, Inviolabile.

At the turn of this century the old world – in Lisbon and in Bruxelles – focused attention on the emancipating strenght of Knowledge and Education as economic, social and cultural resources which must be preserved and used in one’s lifetime to pursue a target named after the three capital “I” of the person: Irreplaceable, Irreducible, Inviolable.

Ignazio Volpicelli

Il lavoro, che costituisce il testo di una relazione tenuta a Catania, propone alcune riflessioni sui problemi della globalizzazione e del multiculturalismo e del contributo che l’educazione e la scuola possono dare al fine di promuovere una interiore disponibilità a comprendere e solidarizzare con le ragioni degli altri.

The work, wich constitues the text of a report made in Catania, proposes some reflections on the problem of globalization and of multiculturalism and on the contribution the education and the school can give with the objective of promoting an interior willingness to understand and solidarize with the reasons of others.

Maurizio Cosentino

Il problema educativo, poiché si occupa dell’agire umano, è una questione filosofica. Aristotele ha assegnato infatti alla filosofia pratica, al suo metodo e in particolare al concetto di phronesis, uno statuto d’eccezione rispetto ai metodi delle altre scienze. Nella pedagogia, nell’ermeneutica e nella filosofia pratica si può individuare un comune denominatore che ci permette di sostenere la possibilità di un’autoeducazione dell’uomo. La pedagogia filosofica di Giovanni Gentile e l’ermeneutica filosofica di Hans Georg Gadamer presentano contenuti di riflessione che riconducono, pur non partendo da presupposti comuni, ai principi intramontabili della lezione dell’etica aristotelica.

The problem of education is a philosophical question, because it takes care of human action. Aristotle assigns to practical philosophy and its method and to phronesis’concept a special purpose compared with the methods of the other sciences. The pedagogy, the hermeneutics and the practical philosophy can identify a common denominator that enables us the possibility of a self-education of the man. The philosophical pedagogy of Giovanni Gentile and the philosophical hermenutics of Hans Georg Gadamer introduce thoughts, although they don’t start with same assumptions, that bring back to timeless principles of the Aristotelian Ethic’s lesson.

Gabriella Chisari

Nell’odierna società complessa e globalizzata, per realizzare il processo di apprendimento-insegnamento, occorre che la scuola educhi alla ricerca, recuperi l’unità dei saperi, coniughi la teoria e la prassi, utilizzi nuove strategie didattiche, quali la didattica laboratoriale, che possano stimolare la motivazione dell’allievo. Ma ciò che deve essere certo per una scuola intesa come “comunità educante” è che essa sappia formare l’uomo di domani ai veri valori, “tornando ad educare”.

The globalized society we live in is proving to be challenging and complex for any educational experience. For this reason any school interested in carrying out a successful learning-teaching process should teach students how to organize their research, how to globalize their cognitive acquisitions, how to balance the acquisition of practical and theoretical notions. A school should also use updated teaching strategies, say experimental teaching practice, in order to make the learning experience more motivating and interesting. What is more is that a school should be able to show what real values is affirming its typical role of teaching institution.

Andrea Manganaro

Nel 1911 Augusto Monti indirizzò a Lombardo Radice una lettera sul «tema» d’italiano, «fulcro» dell’insegnamento di tale disciplina, e non solo agli inizi del Novecento. Monti lo considerava però didatticamente «un’assurdità», e un «incitamento a delinquere». Le riflessioni del professore piemontese vengono accostate alla riforma del 1998 della prova scritta d’italiano, e forniscono lo spunto per alcune considerazioni sulla «letteratura in pericolo» e sulle prospettive dell’insegnamento dell’italiano.

In 1911 Augusto Monti sent a letter to Lombardo Radice on the «composition» of Italian, «core» of the teaching of this discipline, and not just at the beginning of the twentieth century. Monti considered it didactically «an absurdity», and an «incitement to commit a crime». The reflections of the Piedmontese teacher are approached to the 1998 reform of the written test of Italian, and provide a starting point for considerations on «literature in danger» and on perspectives about the teaching of Italian.

Gabriella D’Aprile

Attingendo a fonti di documentazione in gran parte inedite, riportate alla luce presso il Fonds Adolphe Ferrière degli Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) dell’Università di Ginevra, il saggio riassume in forma sintetica gli esiti del lavoro di interpretazione/ricostruzione condotto sul pensiero e sull’opera del pedagogista ginevrino Adolphe Ferrière, prendendo le distanze dai più consueti protocolli di lettura fino ad oggi riferiti allo studioso e alla vivace stagione del rinnovamento educativo, didattico, pedagogico comunemente ricondotta al movimento dell’Educazione Nuova.

Drawing on documentary sources most of which have been brought to light at the Fonds Adolphe Ferrière of the Archives Institut J.-J. Rousseau (AIJJR) of the University of Geneva, the essay reports the results of a work of interpretation/reconstruction of the thought and work of the Genevan educator Adolphe Ferrière, moving away from the more usual protocol of reading till now referred to the scholar and the lively period of educational, didactic, and pedagogic renewal that leads back to the movement of the New Education.

Giovanni U. Cavallera

La figura di Angelo Mosso, fisiologo noto e apprezzato in ambito internazionale e particolarmente conoscuto nei paesi anglosassoni, viene analizzata a partire dalle sue opere più conosciute, La Paura e La Fatica, considerandone i risvolti educativi. Secondo Mosso, infatti, la fisiologia ha un ruolo decisivo nello studio e nella valutazione dei problemi educativi, per fare in modo che lo spirito speculativo e l’esercizio fisico possano costituire uno sviluppo armonico e coerente dei giovani.

The figure of Angelo Mosso, physiologist known and appreciated in the international arena, and particularly well known in the Anglo-Saxon countries, is analyzed from its best-known works, La Paura and La Fatica, considering their educational implications. According to Mosso, in fact, physiology plays a decisive role in the study and evaluation of educational problems, to ensure that the speculative spirit and exercise may constitute a coherent and harmonious development of young people.

Angela Spinelli

L’articolo presenta i nessi che legano le tecnologie interattive al processo di costruzione della metafora, che è allo stesso tempo linguistico e cognitivo. Sulla base di queste premesse si evidenziano le caratteristiche progettuali che un tale prodotto deve avere per rispondere ad esigenze didattiche.

The article presents the links between interactive technologies and the building process of metaphor, which is both linguistic and cognitive. On these premises it highlights the design features that such a product requires to meet the educational needs.

Grazia Angeloni, Alice Botler

L’articolo esplora il concetto di democrazia, seguendo una prospettiva diacronica e giuridica, con particolare riguardo al sistema scolastico delle due nazioni di riferimento: Italia e Brasile. Per quanto sostanziali siano le differenze tra i due Paesi, i quali hanno vissuto vicende storiche, politiche e sociali non comuni e distanti nel tempo, il tratto di congiunzione viene rintracciato nel paradosso di un sistema formale di educazione che, al pari del macro-sistema sociale di cui esso è parte, considera la democrazia un ideale al quale ispirarsi, richiamandone la validità negli atti costituzionali e nelle norme, per poi di fatto ignorarla nella pratica. Ci si chiede, a tal proposito, se democrazia ed educazione possano essere incluse in uno stesso ambito semantico o piuttosto debbano essere concepite quali termini in opposizione. Se è vero che una delle finalità del processo educativo è la formazione del cittadino, a nostro avviso, la scuola è tenuta ad avviare un processo di reculturing, che passi attraverso un’attenta riflessione dei propri assi culturali, assi che ne definiscono l’identità.

The work pretends to explore the notion of democracy, following a diachronic and legal perspective, with particular reference to the Italian and Brazilian school systems. As far as the differences between the two Countries are substantial, because of different historical, political and social events, they are linked by a paradox. This focuses on the principle of democracy, a beautiful word, often recalled in the Act and in the Constitution, but pragmatically an empty sign. We wonder if democracy and education can be included in the same semantic field or rather they have to be conceived as opposed terms. If one of the main goal of education is the growth of the citizen, in our opinion, the school is called to start a reculturing process which begins by a careful reflection on her cultural axes that define her identity.

Cristiano Casalini

I Gesuiti divennero educatori per far fronte alla sfida della Riforma. Erano i tempi della carità, che nella teologia cattolica era ritenuta la forma virtutum; essi applicarono tale virtù alla loro specifica prassi educativa, accoppiandola con il valore dell’eccellenza: i Gesuiti dovevano infatti formare grandi oratori, e uomini capaci di gestire il potere. Quattro secoli dopo, sulla scia del marxismo, i tempi della carità si trasformarono nei tempi della giustizia sociale. Il padre generale Pedro Arrupe fu colui che riformò l’Ordine gesuita, modellandolo sul nuovo valore teologico. Questo adattamento produsse una profonda trasformazione nelle stesse pratiche educative nei collegi gesuiti.

Jesuits became educators to respond to the challenge of Reformation. Those were the times of charity, “forma virtutum” for catholic theology; so they applied that virtue to their educational practice, coupled with excellence: they aimed to form great orators, and men skilled in politics. Four centuries later, on the wake of Marxism, the times of social justice took place of the times of charity. Father General Pedro Arrupe was the man who reformed the Jesuit Order, fitting it to this new theological value. This adaptation caused a deep change in the educational practices of jesuits colleges.

Claudia Spina

L’articolo illustra la figura di un noto pedagogista italiano del Novecento, fondatore e direttore della rivista I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Ripercorrendo il suo iter esistenziale e professionale, fedelmente ricostruito nella monografia di Elena Zizioli (edizioni Anicia), raccogliendo preziose notizie e inediti aneddoti raccontati dal giornalista, nonché professore, Annibale Pizzi, confidente e amico dello studioso romano, viene a delinearsi nitidamente l’immagine di un uomo di grande cultura, eclettico, versatile e creativo. Nonostante abbia vissuto l’epoca del fascismo, Volpicelli non conferisce ai suoi scritti una connotazione ideologica. Egli si è sempre preoccupato di dare un contenuto improntato alla professionalità e alla cultura, elementi inscindibili per una corretta ricerca scientifica. Senza dubbio uno scrittore che rivela nei suoi testi un animo profondamente liberale. Questi il Volpicelli “autentico”.

The article illustrates the figure of a well-known Italian pedagogist of the twentieth century, founder and director of the journal I Problemi della Pedagogia: Luigi Volpicelli (1900-1983). Thinking about his life and professional career, closely reconstructed in Elena Zizioli’s monography (Anicia publishing), gathering together interesting news and undisclosed anecdotes narrated by the journalist and professor Annibale Pizzi (who was confidant and friend of the Roman scholar), the image of the Pedagogist becomes clear: a man of great culture; a versatile, eclectic and creative intellectual. Although he has lived through the Fascist period, Volpicelli confers no ideological connotations to his writings. He is always concerned with contents, marked by professionalism and culture, which are both inseparable elements for correct scientific research. Undoubtedly a writer who reveals a deep liberal spirit in his texts. This is the “real” Volpicelli.

Giacomo Cives

Sulla base di una recente antologia di alcuni scritti di Gemma Harasim, Giacomo Cives ripercorre alcuni momenti salienti della figura umana ed intellettuale della pedagogista ed educatrice fiumana, mettendone in risalto la grande apertura culturale e la finezza di comprensione dei problemi educativi.

On the basis of a recent anthology of some of Gemma Harasim writings, Giacomo Cives goes back over some of the more salient aspects of the human and intellectual figure of the Fiumanian pedagogist and educator, emphasising the important cultural opening and the keenness of the understanding of educational problems.

Marina Caffarelli

Il libro Pedagogia in circolo. Percorsi, profili, prospettive di teoria e storia dell’educazione rappresenta la pubblicazione degli atti – dei due primi cicli – di incontri pedagogici che Marco Antonio D’Arcangeli ha organizzato e condotto presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di L’Aquila. Questi incontri sono stati realizzati con persone provenienti dal mondo universitario, ma anche da ambiti lavorativi (dipendenti della Pubblica Amministrazione, professionisti) e culturali diversi (laureati in Lettere, Filosofia, Scienze dell’Educazione, Agraria, Economia-Mangement, ecc.), proprio per poter effettuare ricerche in progress, cioè ricerche che vogliono raggiungere risultati più alti. A questi seminari hanno partecipato insieme studiosi e studenti, formando insieme una «comunità di apprendimento tra “chi insegna” e “chi apprende”». D’Arcangeli, con questo lavoro, sembra voler «suggerire una nuova e diversa “circolazione” dell’educativo e del pedagogico».

The book ‘Pedagogy in Movement. Programs, profiles, prospects, see the theory and history of Education’, rappresents the publication of proceedings of the first two groups of pedagogical meetings which Marco Antonio D’Arcangeli organized and conducted at the faculty of Education at the University of Aquila. These meetings were made with people from the University, but also from working areas (Public administration workers and professionals) and different cultural backgrounds (degrees in Literature, Philosophy, Science, Agriculture, Economics, Management, etc) in order to carry out a research in progress, meaning research that wants to reach higher results. These seminars were attended by all intellectuals and students, forming a community of learning made up of those ‘who teach and those who learn’. With his work, D’Arcangeli seems to want to suggest a new and different ‘movement’ in education and teaching.

Pietro Manca

La riforma Moratti (legge 28 marzo 2003, n. 53) ha introdotto nella scuola pubblica italiana l’uso del Portfolio delle Competenze per certificare e valutare il percorso di apprendimento degli studenti secondo un criterio di continuità verticale. Il Portfolio, però, può essere impiegato anche per l’autovalutazione del processo d’insegnamento. Il presente saggio propone una riflessione teorica sul percorso “storico” che ha introdotto il Portfolio nella scuola e suggerisce una riflessione pedagogica in merito al suo utilizzo.

The reformation of the School System (“Moratti Law” n. 53, 28th March 2003) introduced in the Italian state school the “Portfolio delle Competenze”, to certificate and assess the students learning process. However, the “Portfolio” is also useful for the teachers to evaluate their teaching technique. This dissertation suggests a theorical consideration on the “historical” process that caused the “Portfolio” to be introduced in the school, together with a pedagogic remark on its use.

Francesca Cugno Garrano

In una società in cui il fenomeno migratorio cresce, la pedagogia interculturale conta su un passato pedagogico che, a partire dalla Montessori, cerca una forma di diversità a partire da un presente rappresentato da Morin, fautore di un nuovo umanesimo non più dominio dell’uomo sull’universo, che tende ad un futuro, ravvisabile nel documento La via italiana dell’intercultura, che promuove la formazione di un cittadino che costruisca una società basata sull’idea di una cittadinanza unitaria e globale. Tale principio deve essere insegnato a scuola.

In a society in which the migratory phenomenon grows, the intercultural education counts on a past education, which from Montessori looks after any form of diversity by means of a present representative, from Morin, promoter of a new humanism, not more man’s control over the universe, which tends to a future, recognizable in the document The Italian way of interculture, which promotes the formation of a citizen who builds a society based on the idea of a unitary global citizenship. This principle must be taught at school.

Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
G. ANGELONI, E. AURELI CUTILO, A. BOTLER, M. CAFFARELLI, D. CALABRÒ, C. CAPPA, C. CASALINI, G. U. CAVALLERA, G. CHISARI, G. CIVES, M. COSENTINO, F. CUGNO GARRANO, G. D’APRILE, M. DURST, F. FRABBONI, G. GRENGA, A. MANGANARO, P. MANCA, F. MATTEI, P. PALADINO, F. PIZZI, E. ROMANO, C. SPINA, A. SPINELLI, I. VOLPICELLI