I Problemi della Pedagogia

Primo Semestre 2015
Sommario

Mario Gennari

L’articolo affronta, all’interno del quadro storiografico rappresentato dalla classicità romana, il tema delle religioni nel loro rapporto con la formazione dell’uomo. Paganesimo, ebraismo, esoterismo e cristianesimo delle origini sono i quattro ambiti di riferimento all’interno di un cammino che muove dal complesso orizzonte pagano, attraversa il Dio unico dell’ebraismo, analizza i paesaggi cultuali delle tradizioni esoteriche, per giungere infine a porre in evidenza l’universalismo cristiano e la sua corrispondente teologia dell’amore.

The article discusses, within the framework of historiography represented by the Roman classicism, the theme of religions in their relation to formation of man. Paganism, Judaism, Christianity and esoteric origins are the four topic areas in a way that moves from the articulated pagan horizon, crosses the one God of Judaism, analyzes the landscapes cult of esoteric traditions, to finally reach a place in featured Christian universalism and its corresponding theology of love.

Matteo Aluigi

Questo articolo descrive l’evoluzione storico-teoretica del concetto di soggetto nel pensiero di John Dewey dai suoi primi scritti fino al periodo di Chicago. Si tratta di un tema poco trattato dalla critica, forse per via della complessità a definire la natura cangiante dell’io deweyanamente inteso. Eppure ha un forte valore esplicativo seguire la genesi filosofica della nozione di sé funzionale o pratico, per poi analizzare come questa sfocia nella concezione attivistica del bambino, essere attivo, auto-espressivo secondo l’educazione progressiva deweyana. Così si può fare chiarezza in merito ai motivi, alla forte cogenza speculativa e al saldo ancoraggio empirico del puerocentrismo, nel quale si traduce la rivoluzione copernicana in pedagogia e col quale s’impone al centro del pensiero deweyano il sé in perenne formazione.

This article describes the historical-theoretical evolution of the self in the thought of John Dewey from his early writings to the years at Chicago. The subject-matter hasn’t been developed in detail yet, perhaps because of the difficulty of defining the continuously changing nature of the self in the Deweyan perspective. Nevertheless, it has a wide explanatory value to analyze the philosophical genesis of the notion of a functional or practical self and to examine how it converges within an activist concept of the child, an active, self-expressing being according to the progressive education. Thus we can shed light on the reasons, the speculative cogency and the empirical anchorage of Dewey’s puero-centrism in which the Copernican Revolution in education is translated and with which the self in continuous formation imposes itself across the whole philosopher’s thought.

Alba Chiara Amadu

L’articolo indaga il profilo della vita intellettuale di Louise Andreas von Salomé. Dall’intreccio fra l’esperienza vitale e l’esperienza creatrice dell’autrice emerge la dimensione pedagogica presente nella sua opera. La formazione e l’educazione dell’uomo fanno da sfondo all’intera produzione bibliografica della scrittrice, la quale giungerà a individuare nelle categorie di armonia ‒ intesa come «Tensione al Tutto» ‒ e di amore gli elementi fondativi della formazione e quindi dell’educazione dell’uomo.

The article investigates the profile of the intellectual life of Louise Andreas von Salomé. Interweaving between the vital experience and the creating experience of the author shows the pedagogical dimension present in her works. Formation and education of human being are in the backdrop to the entire bibliographic production of the writer, who will come to identify the categories of harmony ‒ as a «Tension to All» ‒ and love the foundational elements of formation and education of human being.

Elsa Bruni

La nuova direzione della ricerca educativa, emersa a seguito dell’affermazione di una nuova epistemologia e della crisi della razionalità tecnica che regolava il pensare/fare formazione, ha fatto emergere un nuovo modello formativo e una impostazione originale della comunicazione che lo anima. Partendo dalla ricostruzione di questa premessa, il contributo si propone di indagare la comunicazione come frontiera del discorso pedagogico, ricollocando la categoria all’interno dell’interesse scientifico che ne sottolinea la rilevanza nei processi di educazione-formazione e nell’ambito delle professionalità educative. Il focus della riflessione è dato per un verso dalla necessità di approfondire le frontiere per ripensare e migliorare gli strumenti e le forme del comunicare nella pluralità dei luoghi in cui ciascuno vive la sua esistenza umana, per un altro verso dall’esigenza di indagarle nel loro costituirsi in termini di relazione. Al centro si pone la relazione comunicativa che si stabilisce negli ambiti intenzionalmente educativi: il che genera l’indagine sulle competenze e sui comportamenti comunicativi dell’educatore considerati il fattore principale da cui dipendono in larga misura, al di là delle implicazioni sul piano emotivo, il successo o l’insuccesso degli allievi.

The new direction of the educative research, arisen following the affirmation of a new epistemology and of the crisis of the technical rationality which regulated the thinking/training, has given rise to a new educational model and to a new original way of communication. Starting from this consideration, this work aims at inspecting “communication” as a frontier of the pedagogic discourse, reallocating the category inside the scientific interest which underlines its importance as educational/training method as well as in the field of the educative job. Focus of this work is to think over and to better the forms and the tools for a communication which should aim at becoming global that is, used by every single human being in the place he/she has chosen to live. This work also aims at investigating them, from the very beginning, in terms of relation. First of all, the core should be the communicative relation inside the educative sphere: a study of the communicative competences and behavior of the educator/teacher, considered the main actor for the success or failure of the students, beyond any emotional involvement.

Giulia Franchi

A partire da un’analisi dell’albo illustrato, della sua struttura e delle sue peculiarità, la prima parte del testo indaga le potenzialità della narrazione per immagini come strumento di educazione attraverso l’arte per i più piccoli. La seconda parte presenta un percorso di lettura, frutto della ricerca teorica e dell’esperienza sul campo, attraverso dieci esempi di picturebook e libri d’artista che avvicinano i bambini al linguaggio dell’astrazione fornendo loro un primo vocabolario per una grammatica del visivo.

The first part of this text examines narration through images’ potential of being an instrument of education through art for children starting from the analysis of picturebook’s structure and its peculiarities. The second part presents a reading itinerary through ten picturebook and artist book examples, resulting from theoretical research and hands on experience. These draw the children nearer to the language of abstraction giving them their first dictionary of visual grammar.

Paolo Levrero

L’articolo si propone di sondare criticamente gli aspetti lessicali connessi con il discorso che la Pedagogia generale ha saputo costituire in quanto scienza generale della formazione e dell’educazione dell’uomo. Le strutture logiche e linguistiche nelle quali tale discorso si è prodotto rinviano al pensiero che lo ha generato. L’analisi lessicale condotta ha voluto considerare il dibattito epistemologico che ha coinvolto la Pedagogia nella seconda metà del Novecento, situandosi anche nella storia complessiva delle concettualizzazioni che a proposito degli oggetti di studio di questa scienza sono venute concretandosi. Ciò al fine di restituire l’identità e le categorie della ricerca pedagogica.

The article aims to explore critically lexical aspects related to the scientific speech that the General Pedagogy has organized, as the science which studies human formation and human education. Logical and linguistic structures in which that discourse is produced give expression to the thinking that created it. The lexical analysis wished to consider the epistemological debate that involved the Pedagogy in the second half of the Twentieth century, and also situating in the overall history of conceptualizations about the objects of study of this science. That in order to return the identity and the categories of pedagogical research.

Simona Perfetti

Riflettere sull’esistenza di un soggetto in crisi che attraversa il cammino della vita mentre tenta di conquistare la sua forma, lancia alla pedagogia nuove sfide educative, quali la diversità in tutte le sue declinazioni, l’alienazione, la pazzia. Nell’ambito della perversa dialettica tra normalità e diversità, il metodo fenomenologico esistenziale porta avanti una forma di conoscenza che si caratterizza per l’introspezione e per l’immedesimazione e che punta su un ideale umano che si apre alle differenze, al molteplice. La diversità, nell’accezione di «negativo» della normalità, se emarginata, non com-presa, può rivelarsi come una dimensione dell’esistere chiusa, come carenza relazionale; colui che viene etichettato come «diverso», il malato mentale, il dissidente politico, il vagabondo chi, in altri termini, con la sua forte carica di alterità rischia di sovvertite l’ordine costituito, può anche essere la persona che non essendo nel testo ma vivendo ai margini della pagina, non riesce a dispiegare tutte le attività vitali e, quindi, non è in grado di portare avanti relazioni profonde con se stesso e con gli altri. Ecco perché gli interrogativi educativi che oggi la pedagogia ha l’obbligo di porsi, devono essere rivolti sia alle risorse cognitive necessarie per permettere una stretta sinergia tra le principali istituzioni educative, sia agli strumenti da adoperare per fare del dialogo e della comunicazione i perni teorici di una qualsivoglia convivenza civile. In tal senso la pedagogia della comunicazione educativa si pone come l’unica pedagogia in grado di inverarsi nella relazione interumana valorizzando, sempre, la singolarità di ogni individuo. Abbracciare come orizzonte di senso la comunicazione educativa vuole dire riflettere sulla formazione della persona che per sua essenza è volta a «decentrarsi», a «donarsi», ad aprirsi all’altro.

Reflecting the existence of a person in crisis through the journey of life as he attempts to achieve his form, it launches to pedagogy new educational challenges, such as diversity in all its forms, alienation, madness. As part of the perverse dialectic between normality and diversity, the existential phenomenological method carries out a form of knowledge characterized by introspection and empathy and pointing to a human ideal open to the differences, the multiplex. Diversity, in the sense of «negative» of normality, if marginalized, not understood, it may be proved as a closed dimension of existence, as a relational deficiency; the one labeled as «different», the mentally ill, the political dissident, the tramp... in other words, the one that with its strong position of otherness risks to subvert the established order, it may also be the person that being not in the text but living on the edge of the page, it fails to deploy all vital activities and, therefore, is unable to carry out deep relationships with himself and with others. That’s why the educational questions that today’s pedagogy has an obligation to ask itself, they must be addressed to both the cognitive resources necessary to enable a close synergy between the major educational institutions, and to the tools to be used to make dialogue and communication theorists pins of any civil society; in other words, to that philosophy of man and of reality which makes education and communication with each other as those prospects of sense required to carry out a fullfledged anthropological turn. In this sense, pedagogy of educational communication stands as the only pedagogy which can realize itself in inter-human relationship enhancing, ever, the uniqueness of each individual. Hugging the educational communication as horizon of meaning, it means to reflect on the training of the person which by its essence is aimed to «decentralize», to «give themselves», to open up to each other.

Hanno collaborato a questo numero de «I Problemi della Pedagogia»:
M. ALUIGI, A. C. AMADU, E. M. BRUNI, H. A. CAVALLERA, D. COLELLA, V. D’ASCANIO, G. ERRICO, G. FRANCHI, M. GENNARI, P. LEVRERO, S. PERFETTI, C. SPINA, L. TODARO, S. TRIFILIO